Ennesimo allarme negli aeroporti: diverse compagnie hanno cancellato voli per il mese di agosto, si arrivano a contare addirittura 15.700 cancellazioni
È un’estate di fuoco che non smette di creare disagi soprattutto ai turisti, con l’ennesimo allarme negli aeroporti che per il mese di agosto contata migliaia di voli cancellati.
Disagi negli aeroporti, la situazione
Dopo i disagi verificatisi nel mese di giugno e luglio, anche tutto agosto si preannuncia come un mese difficile per i turisti e per tutti coloro che dovranno prendere l’aereo. Ad oggi si contano il 2% dei voli cancellati rispetto a quelli previsti, ma anche l’interruzione delle vendite di biglietti aerei a corto raggio da parte di alcune compagnie come British Airways. Dall’altro lato c’è Lufthansa che non smette di proclamare scioperi, a cui si accodano anche altre aziende. Insomma il mese di agosto che per eccellenza è uno dei mesi cruciali delle vacanze estive, si preannuncia di grande sofferenza per i vacanzieri fino alla fine.
Allarme negli aeroporti, l’estate 2022
Con l’inizio dell’estate e con le partenze in continuo aumento, giugno e luglio si sono rivelati due mesi difficili per gli aeroporti europei con una serie di disagi non calcolati alla vigilia. In sostanza il netto aumento di viaggiatori ha colto impreparate le compagnie aeree che dopo due anni di covid, ed azionati una serie di licenziamenti dovuti all’impossibilità di sostenere in toto il personale, si sono ritrovate a corto di manodopera.
Intorno a queste serie di disagi già registrati, ma ancora di più intorno ai disagi preannunciati, cresce la preoccupazione poiché cancellazioni e ritardi, comporterebbero un onere logistico ed economico che andrebbe a ricadere su agenzie e tour operator. Toccherebbe a loro, infatti, procedere con l’assistenza e quindi lavorare alla ricerca di soluzioni alternative per i viaggiatori rimasti a terra. Alla luce di questi trascorsi, si innesca un procedimento a catena che sta portando diversi turisti a cambiare meta, ad optare per nuovi mezzi di trasporto, o addirittura a rimandare le vacanze. Questo significa compromettere la ripresa del settore turistico dopo due anni difficili.
La ripartenza del turismo: i consigli
Alla luce di questa controversa situazione si potrebbero andare a stilare sia una lista di consigli utili, sia una lista di danni che tutto ciò sta causando.
Partendo dai consigli il personale dei vari vettori coinvolti spesso si ritrova a suggerire soluzioni per alcuni versi controproducenti (ma necessarie). In primis quella di rimandare i voli. Se la necessità di prendere un aereo e quindi di raggiungere una certa meta non è di prim’ordine, le compagnie chiedono senza troppi giri di parole di rinviare i viaggi. La soluzione potrebbe essere proprio quella di puntare ad un periodo generalmente più tranquillo, con un’affluenza più contenuta negli spostamenti e quindi con situazioni più gestibili anche nel caso di eventuali difficoltà. Addirittura si è arrivati anche a chiedere di cambiare meta.
La ripartenza del turismo: i danni
Purtroppo tutta questa situazione non ricade “solo” sui vettori aerei, ma anche sulle strutture aeroportuali, sulla sicurezza, sui check-in, sulla gestione dei bagagli, sui parcheggi e su tutti i servizi correlati all’attività di partenza. Il danno maggiore, però, è quello che va a coinvolgere il business per intero. Ad oggi si contano ancora pochi annullamenti, fortunatamente, ma la flessione nelle nuove prenotazioni c’è stata e non può essere sottovalutata. Pur di non incappare in disagi, i turisti preferiscono optare per un tipo di relax diverse, magari con mete più alla portata. Dopo una ripartenza così rapida e per certi versi inaspettata, che ha anche preso alla sprovvista tutti gli operatori del settore, si auspica ad una nuova normalità a partire da settembre.
Oltretutto, come se tutto questo non bastasse, tutti gli aeroporti italiani subiscono anche l’influenza degli aeroporto europei. Cosa significa tutto questo? Semplicemente che la pandemia ha portato ad una serie di licenziamenti di massa, ma in tanti paesi, a differenza dell’Italia che ha potuto usufruire degli ammortizzatori sociali, i disagi sono stati molto più evidenti e questa interconnessione fra sistemi aerei, è normale che sia andata a ricadere anche su strutture e paesi apparentante più tranquilli.
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