Tra le sette persone indagate a Napoli in un’inchiesta della Guardia di finanza su presunte corruzioni commesse per ottenere il parere favorevole, già negato dal ministero, alla divisione del patronato Encal-Inpal in Encal-Cisal e Inpal, conservandone però i vantaggi economici e patrimoniali, c’è anche l’imprenditore Danilo Iervolino, ex proprietario dell’università telematica Pegaso e presidente della Salernitana. Figurano inoltre il segretario generale del sindacato Cisal Francesco Cavallaro, il segretario generale del ministero del Lavoro Concetta Ferrari e Fabia D’Andrea, all’epoca dei fatti vice capo di gabinetto del ministro del Lavoro.
Chiesto il rinvio a giudizio
Gli inquirenti (il procuratore aggiunto Sergio Ferrigno e sostituto procuratore Henry John Woodcock) hanno chiesto, come riportato dall’Ansa, il rinvio a giudizio per tutti gli indagati di cui fanno parte anche Mario Miele, presidente del consiglio di amministrazione della società Centro autorizzato di assistenza fiscale Cisal srl, ex consigliere di amministrazione dell’Università Mercatorum e attuale dirigente della Us Salernitana; Francesco Fimmanò, che, sempre secondo l’agenzia, avrebbe svolto il ruolo di mediatore, e Antonio Rossi, figlio del segretario generale del ministero del Lavoro. L’udienza preliminare è stata fissata per il prossimo 24 novembre.
Università Pegaso “parte lesa”
L’avvocato Alessandro Diddi, legale di Concetta Ferrari, contattato dall’Ansa, ha così dichiarato: «Prediamo atto della diffusione, tardiva e non casuale, di questa notizia. Peccato che siano già state chieste delle misure cautelari per gli indagati, tutte rigettate dal giudice per le indagini preliminari sia dal Tribunale delle Libertà di Napoli». L’università Pegaso in una nota ha precisato che «si tratta di una vicenda precedente all’attuale gestione, per la quale è stata fornita piena collaborazione alla procura, che ha qualificato Università Pegaso come parte lesa e si riserva di ricorrere in tutte le sedi a propria tutela».
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