Il fratello di Saman Abbas, 18enne di Novellara uccisa dalla famiglia dopo essersi ribellata a un matrimonio combinato, ha parlato durante l’udienza in Corte d’Assise a Reggio Emilia. Il processo è ancora in corso e, rispondendo alle domande dell’avvocato Liborio Cataliotti, difensore dello zio Danish Hasnain, il giovane ha raccontato la telefonata avvenuta tra il padre, fuggito in Pakistan, e lo zio, rimasto in Italia.
Lo zio di Saman Abbas: «Adesso noi scappiamo»
La telefonata in questione avvenne i primi giorni di maggio 2021, dopo la scomparsa della 18enne e in seguito a una perquisizione, con il sequestro dei telefoni. Il giovane, non iscritto nella lista degli indagati, ha spiegato: «Mio zio disse: “Adesso noi scappiamo, perché ci hanno preso i telefoni, si sono accorti”. Ma papà disse: “Dovete stare lì, perché altrimenti penseranno che è davvero successo qualcosa”. Ma mio zio rispose: “Non possiamo stare qui, tu sei scappato in Pakistan, non hai problemi. Se prendono qualcuno, prendono noi”».
Il tentativo di fuga e l’arresto nei mesi successivi
Dopo quella telefonata il fratello di Saman partì insieme allo zio, prima in bicicletta verso Gonzaga, poi in treno per Modena, successivamente per Como, dove i due passarono la notte a casa di un conoscente. Il viaggio continuò per Imperia e poi si ritrovarono anche con i due cugini imputati. I ragazzi furono controllati e il fratello della 18enne, all’epoca minorenne, fu portato in questura e poi trasferito in una comunità. Lo zio invece riuscì a lasciare l’Italia insieme ai cugini, ma i tre furono arrestati nei mesi successivi tra Francia e Spagna.
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