«Ma quale patriarcato, “questo” è il vostro uomo rieducato»: è la scritta su striscione apparso (e presto rimosso) nella tarda serata del 23 novembre nel centro di Aosta e per la precisione in piazza dell’Arco d’Augusto, che poco più di 24 ore prima aveva ospitato un presidio di solidarietà dedicato a Giulia Cecchettin e a tutte le vittime di violenza, organizzato da Dora donne Valle d’Aosta. Alla manifestazione avevano partecipato circa 200 persone, portando cartelli con scritte come “Se domani tocca a me, voglio essere l’ultima”.
Lo “scontro” sul patriarcato in consiglio regionale
Mercoledì 22 novembre sollevato critiche, in particolare da Pd, Adu Vda e Cgil, alcune dichiarazioni sul patriarcato formulate dai consiglieri regionali leghisti Andrea Manfrin e Luca Distort in aula. I due avevano replicato all’intervento di Andrea Padovani (Fp-Pd), secondo cui la violenza sulle donne «è il frutto di una società patriarcale e maschilista che pensa alla donna come ad un oggetto da possedere». Manfrin, capogruppo della Lega Vda in Consiglio valle, aveva detto: «Dove sta questo patriarcato? Non siamo tutti criminali, qui c’è un criminale che si chiama Filippo e lo dico a beneficio di quelli che vorrebbero la jihad contro i maschi». Così il compagno di partito Distort: «Il maschio violento è arrogante, il maschio arrogante è viziato. È un maschio a cui non è stato insegnato a gestire il no, che non è stato adeguatamente educato e non è figlio di una società patriarcale».
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