Decine di migliaia di persone hanno preso parte, sabato 25 novembre 2023, al corteo organizzato a Roma in occasione della Giornata internazionale contro la violenza di genere. Volti segnati di rosso, striscioni contro il patriarcato ma anche cartelli e bandiere pro Palestina, la marea fucsia chiamata in piazza da Non una di meno è partita dal Circo Massimo per raggiungere piazza San Giovanni. Presenti anche la segretaria dem Elly Schlein e il sindaco della Capitale Roberto Gualtieri, insieme a tanti volti noti come Fiorella Mannoia, Paola Cortellesi, Malika Ayane, Noemi, Luisa Ranieri, Luca Zingaretti e Ferzan Ozpetec.
Schlein: «Indignazione non basta, bisogna fermare questa mattanza»
«Per Giulia Cecchettin, per tutte: un urlo di battaglia», «Giù le mani dal nostro corpo», «Siamo il grido altissimo e feroce di tutte quelle donne che più non hanno voce». Questi alcuni degli slogan pronunciati o scritti dai manifestanti scortati dalla Polizia. Concetti ribaditi dalla stessa Schlein a margine del corteo: «La repressione non basta, bisogna insistere sulla prevenzione per sradicare la cultura patriarcale. Vogliamo fermare questa mattanza. Questa è una piazza molto bella, è per Giulia, per tutte le donne uccise dalla violenza maschile e per coloro che ogni giorno subiscono altre forme di violenza. È il momento di dire basta e fare un salto in avanti perché non se ne può più». Ha poi ribadito la necessità di contrastare il sistema patriarcale dalle scuole e insistere per rendere obbligatoria l’educazione all’affettività e al rispetto delle differenze in tutti i cicli scolastici.
Roma, manifestazione Non Una di Meno. In migliaia e migliaia si radunano al Circo Massimo #25Novembre #nonunadimeno pic.twitter.com/5Us4iI3a5b
— Local Team (@localteamit) November 25, 2023
Calenda: «Odiosa manifestazione anti-occidentale»
Di tutt’altro avviso Carlo Calenda, che si è espresso in maniera molto critica sull’evento per l’esplicito sostegno espresso alla Palestina: «Oggi ci saranno centinaia di migliaia di persone in piazza, anche a Roma. Tutta la mia famiglia doveva andare. E ci dovevano andare nel presupposto che questa fosse una grande manifestazione contro la violenza sulle donne e per i diritti delle donne. Il giorno prima della manifestazione, quando ormai pochi lo avrebbero notato, il comitato organizzatore ha fatto uscire una piattaforma odiosa, perché ha quasi più parti contro Israele, contro il governo e contro il capitalismo che contro la violenza sulle donne».
E ancora: «È una manifestazione odiosa perché settarizza un argomento su cui in Italia si sta muovendo un fronte larghissimo e trasversale, e credo che questa è una grande occasione perduta. Gli organizzatori useranno questa partecipazione per promuovere questa piattaforma, e non per promuovere una grandissima spinta verso il completamento di una rivoluzione culturale». Quindi la conclusione: «Questa è una manifestazione anti-occidentale, ma il nemico è quello sbagliato. Perché il femminismo nasce in Occidente grazie alla democrazia liberale che l’Occidente ha inaugurato. L’oppressione vera contro le donne è in molti paesi islamici radicali, a partire da Hamas a Gaza, e poi in Iran e in Arabia Saudita».
Il sostegno di Non una di meno alla Palestina
Il riferimento di Calenda è ad alcune frasi contenute nel documento di Non una di meno comparso sulla piattaforma per promuovere la manifestazione: «Lo stato Italiano deve smetterla di essere complice di genocidi in tutto il mondo e, schierandosi in aperto supporto dello stato coloniale di Israele, appoggia di fatto il genocidio in corso del popolo palestinese». Una presa di posizione ribadita anche al Circo Massimo, con cori come «Meloni fascista complice sionista» e «Israele criminale, Palestina immortale».
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