Alcuni scavi permettono un inedito rinvenimento: archeologi scoprono qualcosa di inaspettato, scopriamo insieme di che si tratta.
Il 2023 sta volgendo al termine, ma non si fermano le scoperte in ambito archeologico. Un anno ricco di successi per diversi progetti e studi portati avanti da anni. Scavi in diverse parti del mondo che hanno permesso il rinvenimento di importantissimi reperti. Tutti utili nel mettere nuovi tasselli sulla nostra storia passata. Vediamo insieme quello di oggi.
Archeologi scoprono qualcosa, ecco di che si tratta
Questa volta, gli archeologi scoprono qualcosa come spesso accade, durante gli scavi per un altro tipo di lavori. Si trattava infatti della realizzazione delle fondamenta di un edificio commerciale, probabilmente un supermercato.
Una scoperta avvenuta nella seconda parte dell’anno, e che ha permesso di portare alla luce una villa romana in una zona della Francia nota come Oison. Precisamente nel comune di Caudebec Les Elbeuf in Normandia. Le operazioni guidate dal professor Bruno Lepeuple, hanno fatto sì che la villa venisse rilevata in ogni parte rimasta integra. Soprattutto resti di intonaci dipinti.
Una splendida operazione di scavi preventivi, ovvero di operazioni che avvengono di norma prima di procedere ad interventi invasivi su un territorio che potrebbe essere di importante interesse archeologico.
Pare dunque che la villa emersa appartenesse al complesso di una città gallo romana nota come Uggade, che sorgeva lungo una strada che collegava Rouen a Parigi. Una città già nota agli studiosi che nel tempo ha restituito diversi reperti come tombe, alcuni edifici ed alcuni edifici di culto, i cosiddetti fanum.
I resti della città di Uggade
Uggade deve essere stata una città piuttosto florida ricca di numerose ville. Gli studiosi lo ipotizzano anche grazie ai diversi reperti emersi negli anni. Gli scavi hanno permesso di rintracciare monete romane, antichi gioielli, diversi oggetti provenienti da tombe. Addirittura è stata recuperata una statuetta nota come Venere Inguainata, un manufatto in ceramica recante una iscrizione in celtico. La scritta recita “rextugenos sullias avvot”, che secondo gli esperti significherebbe “Rextugenos figlio di Sullias mi ha fatto”.
La villa emersa a Caudebec Les Elbeuf, pare si trovasse a circa 500 metri dal nucleo urbano della città. Le lunghe distanze tra abitazioni permettevano ai proprietari di coprire un territorio che li rendeva principali fornitori di diversi prodotti come ortaggi, carne, frutta.
Molto interessante anche la presenza di alcune fornaci che presumibilmente venivano utilizzate per la cottura di pietre calcaree da vendere. Questa villa in particolare pare che avesse una struttura molto imponente ed affrescata in stile romano.
All’interno è stato trovato anche un pozzo, tirato fuori grazie all’utilizzo della piattaforma Fouille. All’interno del pozzo, di forma quadrata, gli esperti hanno rinvenuto alcuni blocchi e marmi, diversi elementi architettonici come piastrelle, marmo ed anche alcuni resti di fauna selvatica.
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