La scoperta inaspettata su un imperatore romano lascia tutti sbalorditi. In realtà l’uomo era una donna trans? Scopriamolo.
Una nuova incredibile scoperta getta una luce del tutto inaspettata su un personaggio celebre nell’antica Roma. Non basta il fatto che questa civiltà continui ancora oggi a regalarci reperti di ogni tipo e dunque un grande aiuto nello scoprire di più sulla storia di questo popolo davvero dalle mille risorse. Oggi grazie ad uno studio, si dibatte anche sull’identità di genere di un suo protagonista.
La scoperta inaspettata sull’imperatore romano
La questione dei pronomi in inglese sappiamo ci aiuta ad esprimere il genere con cui ci si identifica. Ed ora pare che arrivi fino all’antica Roma. La scoperta inaspettata su un imperatore romano, porta infatti il dibattito fin lì, grazie all’intervento di un prestigioso museo. Forse questo imperatore era una donna trans?
Il personaggio di cui parliamo si chiama Eliogabalo. Chi era costui? Il suo nome completo era Sesto Vario Avito Bassiano ed apparteneva alla dinastia dei Severi. Regnò dal 218 al 222 anno in cui morì. A renderlo celebre anche i suoi banchetti piuttosto discutibili, ma ora a far parlare di lui è un articolo del Telegraph, che racconta la decisione del North Hertfordshire Museum.
A quanto pare il museo avrebbe deciso di attribuirgli i pronomi She/Her, dopo aver esaminato attentamente dei testi classici che parlano di lui. Pare infatti che l’imperatore stesso si descrivesse come donna e regina. A raccontarlo anche lo storico Cassio Dione, che riporta una indiscrezione increidible.
Eliogabalo avrebbe chiesto ad un medico di dotarlo di genitali femminili, disposto a donargli come premio anche metà dell’Impero. Proprio per questo motivo i responsabili del Museo ne parlano come “donna trans” e dunque ritengono questa una scelta rispettosa sia della memoria della figura storica, che verso il sempre più attuale tema gender.
Le imprese di Eliogabalo
Altri indizi vengono sempre dagli scritti di Dione, che pare volesse anche un Senato composto esclusivamente di membri di sesso femminile. Naturalmente la decisione non ha mancato di sollevare polemiche da parte di numerosi storici.
Prosegue nella sua cronaca Dione asserendo che l’imperatore vestisse di seta, si truccava e depilava ed era solito indossare parrucche. Ritiene inoltre che si prostituisse nei bordelli. La storia ci racconta che tra i suoi amori si annoverano matrimoni con 5 donne, ma anche con uomini. Secondo gli storici però, queste interpretazioni non sarebbero attendibili.
Farebbero invece parte di un processo di voci messe in giro chi all’epoca pensava cosi di screditare Eliogabalo, che era così crudele ed odiato da finire per essere ucciso dal suo stesso esercito. Pratica comune dell’epoca era dunque quella di accusare chi era al potere di femminilità, considerato un grave peccato. E dunque Dione si sarebbe reso complice di tale lavoro, che colpì anche un altro tiranno, Nerone.
Intervistato però dal Telegraph, il professore di Cambridge Andrew Wallace-Hadrill, spiega che per i romani non esisteva la categoria trans, per come siamo soliti intenderla noi. Per questo accusare un uomo di atteggiamenti femminili era considerata una tremenda infamia. Da non sottovalutare il fatto che Eliogabalo fosse siriano, e non è da escludere un pregiudizio razziale.
Intanto però il museo ha contattato la Stonewall Group, celebre organizzazione inglese per i diritti gay ed LGBT in tutta Europa. Come finirà lo scopriremo nelle prossime settimane.
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