Un lago incredibilmente pericoloso eppure dall’aspetto paradisiaco. Ecco il lago killer, sapete dove si trova? Scopriamolo.
Sono una valida alternativa al mare, sempre più scelti da chi vuole andare in vacanza. Per la loro tranquillità e per le varie attività che vi si possono praticare, soprattutto una serie di sport acquatici davvero divertenti. Adatti anche ai bambini, sono i laghi. E se ve dicessimo che ne esiste uno particolarmente spaventoso?
Il lago killer, un posto molto pericoloso
Nel caso di questo bacino lacustre, potremmo dire che decisamente l’apparenza inganna. Osservandolo sembra infatti un vero paradiso terrestre. Un posto incantato dall’acqua meravigliosa e circondato da una natura bellissima.
Dalla superficie enorme eppure non lo direste mai, ma è uno dei posti più pericolosi del mondo. Ecco perché in molti lo soprannominano il lago killer.
Il suo nome è in realtà lago Kivu, si trova tra la Repubblica Democratica del Congo e il Ruanda e misura circa 2700 chilometri quadrati per una profondità di 500 metri. Si tratta di una delle principali attrazioni della Rift Valley Africana. Perché killer? Le origini di questo bacino sono innanzitutto molto complesse. Si è formato infatti dopo una frattura delle placche della litosfera nubiana, araba e somala.
Pericoloso dunque per via di una certa particolarità: nelle sue acque si depositano delle quantità incredibilmente copiose di anidride carbonica. Da dove arrivano? Naturalmente dalla incredibile quantità di magma che si trova in profondità. Non è l’unico al mondo ad avere questa caratteristica, un suo “gemello” è il lago Nyos, che però in passato ha “liberato” questi gas con conseguenze davvero tremende per la popolazione locale.
Le caratteristiche del Lago Kivu
Quello che accade nelle profondità del lago Kivu è davvero incredibile. Questo magma dormiente rilascia di continuo dal terreno questi concentrati di anidride carbonica che tendono a risalire. Non è solo una caratteristica negativa in realtà, perché è una forma di energia utile ai microrganismi
Il lago Kivu vanta anche la presenza di alcune piccole isole, tra le quali quella di Idjwi, la seconda isola lacustre africana, è inoltre emissario del fiume Ruzizi che a sua volta arriva fino al Lago Tanganica. La prima persona che decise di visitarlo fu il conte tedesco Gustav Adolf von Götzen.
Attualmente il lago vive una situazione che potremmo definire di equilibrio, che potrebbe però cambiare portando a numerosi problemi. I gas tendono a rimanere sul fondo, ma qualora si verificasse una frana o peggio un terremoto, porterebbe le acque a muoversi e rimescolarsi, rilasciando così i gasi dagli strati più profondi. Ancora peggio se il magma dovesse iniziare a rilasciarne troppi, saturando in questo modo l’acqua che non potrebbe far altro che espellerli.
Questo genererebbe una terribile nube tossica che potrebbe uccidere chiunque si trovi nelle vicinanze del lago, o generare anche uno tsunami, più correttamente chiamato eruzione limnica. In passato secondo gli esperti devono essersi già verificate. Le autorità hanno disposto dunque per ovviare al problema della saturazione, l’installazione di un impianto per l’estrazione del metano per essere poi inviato ad una centrale elettrica in Ruanda.
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