Il Mammut lanoso potrebbe tornare in vita? Che cosa sappiamo a riguardo

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Il Mammut lanoso, un animale estinto che, secondo alcuni ricercatori, potrebbe tornare a ripopolare l’Artico.

Mammut lanosi
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 Il Mammut lanoso a breve potrebbe essere riportato in vita. La Colossal Biosciences, una startup di biotecnologia, attraverso l’ingegneria genetica, sta cercando di riportare alla vita l’elefante lanoso. In realtà non si tratta proprio del mammut ormai estinto.

Sarà un elefante asiatico geneticamente modificato. Sarà in grado, cioè, di sviluppare la peluria e lo strato di grasso che permettevano al mammut di vivere in zone dalle temperature bassissime. La strada per arrivare dove l’azienda vuole, è ancora molto lunga e difficile.

Al momento gli scienziati della Colossal sono stati in grado di riprogrammare le cellule dell’elefante asiatico. Le hanno portate cioè ad uno stato molto simile a quello embrionale che è in grado di originare qualsiasi altro tipo di cellula.

Il punto di arrivo sarà quello di creare sperma e ovuli di elefante in laboratorio e di testare le diverse modifiche a livello genetico senza dovere obbligatoriamente utilizzare campioni di tessuto prelevati dagli elefanti vivi.

Il Mammut lanoso torna in vita

Quelle che la Colossal è riuscita a creare sono cellule staminali pluripotenti indotte, iPsc. Si tratta di cellule che sono in grado di comportarsi in modo molto simile alle staminali embrionali. Hanno, cioè, la capacità di originare tanti tipi di cellule presenti negli organismi viventi.

La difficoltà che gli scienziati hanno incontrato riguarda la riprogrammazione delle cellule dell’elefante asiatico. Trasformarle, infatti, in iPsc è stato più complicato rispetto ad altre specie. Una difficoltà, secondo uno studioso, che potrebbe essere legata proprio alla biologia particolare degli elefanti.

Gli elefanti presentano, infatti, un gene il P53 in grado di sopprimere i tumori. In realtà ne possiedono molte copie mentre nell’essere umano, per esempio, ne esiste soltanto una. La caratteristica di questo gene sembra “impedire alle cellule degli animali di raggiungere uno stato che permette loro di duplicarsi all’infinito una delle caratteristiche chiave dell’iPsc”.

Elefante asiatico
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Al di là delle difficoltà tecniche che, con il tempo e il denaro, potrebbero anche essere superate, rimane un dubbio etico. L’altra tappa ha come obiettivo quello di reintrodurre questi animali ibridi per ricreare il ruolo vero e proprio del mammut nell’ecosistema Artico.

La sfida

Secondo gli studiosi, pascolare la terra e calpestare il manto nevoso potrebbe rallentare lo scioglimento del permafrost. Alcuni esperti si stanno, però, chiedendo se la presenza di questi elefanti geneticamente modificati abbia realmente uno spazio nell’Artico così come lo hanno avuto i mammut 4.000 anni fa.

Molti ricercatori non sono infatti d’accordo con questa idea. La sfida, adesso è quella di comprendere come creare spermatozoi e cellule uovo. Non solo, ma anche calibrare il tutto nel modo giusto per poter dar vita agli ibridi che siano in grado di affrontare il periodo di gestazione di 22 mesi.

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