Dalla NASA nuove immagini interessanti che ritraggono la superficie del pianeta Marte. Che cosa c’è in fondo a questa voragine?
Il fascino che il nostro vicino di universo, Marte, esercita continua ad essere una calamita a cui non si può sfuggire. Uno dei motivi è ovviamente quello che, in futuro prossimo, gruppi di esseri umani potrebbero mettere finalmente piede sul pianeta rosso e, guardando ancora più avanti, sfruttare la posizione di Marte per un salto ancora più lontano nel cosmo.
Ma prima di tutto occorre riuscire a capire bene come è fatto il pianeta, anche per organizzare la sua esplorazione e l’eventuale colonizzazione. Per questo motivo quello che sembra solo un buco sulla sua superficie potrebbe essere molto importante.
Cosa c’è in fondo al buco su Marte
Grazie alle poderose lenti del Mars Reconnaissance Orbiter, riusciamo a guardare ora da vicino il pianeta rosso con una definizione un dettaglio impensabile fino a pochi anni fa. Grazie alle immagini ad alta risoluzione è possibile indovinare la struttura di ciò che c’è a volte anche sotto la superficie. Tra le zone su cui si sta ultimamente concentrando l’attenzione c’è quella denominata Tarsis.
Si tratta questa di una zona vulcanica. E infatti, per esempio, molto di recente è stata pubblicata un’immagine che mostra una fenditura della superficie larga meno di 500 metri da cui, spiegano gli esperti della NASA, in passato (nel passato remoto del pianeta) sono fuoriuscite colate laviche. Ma ad essere interessante è un’altra foto, una foto che risale al mese di maggio. Vicino a quello che è stato chiamato Arsia Mons, una delle formazioni rocciose che in quest’area si trovano, è stato infatti individuato un buco.
Arsia Mons è uno dei tre vulcani dormienti che si trovano nell’area di Tarsis. Quello che è stato fotografato potrebbe essere il risultato di uno smottamento sotto la superficie oppure essere un vecchio camino di sfogo dell’attività vulcanica. In entrambi i casi significherebbe che sotto la superficie, a circa 180 m di profondità, si trovano alcune zone protette e in cui adesso non è più presente la lava.
Non andremo sulla superficie ma sotto
L’esplorazione di Marte si scontra, anche solo adesso che è teoria, con una serie di problemi da risolvere. Primo fra tutti la sopravvivenza di chi verrà mandato lì. La scoperta di zone come la gigantesca depressione nei pressi di Arsia Mons potrebbe dare modo a chi sta progettando le spedizioni umane di avere una qualche base sul posto e doversi quindi preoccupare, sì ma solo in parte, del fornire protezione dagli elementi atmosferici che sulla superficie di Marte sono insopportabili.
Per capire se il buco sulla superficie di Marte porti da qualche parte e se quindi può essere utilizzato come ingresso di una stazione marziana, il primo passo sarà una esplorazione con i rover. Ma prima di portare altri rover su Marte, la NASA sembra stare lavorando a un progetto equivalente per esplorare strutture depressive del terreno simili che si trovano sulla Luna. Perché prima di uscire ad arrivare su Marte dobbiamo riuscire a tornare sul nostro satellite.
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