I metalli rari sono presenti anche nel territorio italiano. Ma sapresti dire con esattezza quali sono presenti e dove di preciso?
Sembra strano ma anche nel nostro sottosuolo sono presenti giacimenti di metalli rari. Di quelle cosiddette materie prime critiche che sono fondamentali se vogliamo riuscire a dare vita ad una vera transizione energetica e a favorire lo sviluppo delle tecnologie senza dover necessariamente fare affidamento su Paesi esterni all’Unione Europea. È stata costruita quindi una mappa, redatta da Ispra, con indicati i giacimenti e la loro localizzazione. Ma il progetto è più ampio.
Parte la caccia ai metalli rari anche da noi
Nessuno ha deciso improvvisamente di cercare nel sottosuolo del nostro Paese giacimenti di bauxite oppure di fluorite o magari di antimonio o manganese. L’Italia è stata per decenni territorio di miniere e di giacimenti. Ma con la concorrenza dell’Estremo Oriente soprattutto tante di queste miniere sono state abbandonate perché ritenute troppo costose.
Adesso però la situazione si sta ribaltando. Da una parte ci sono le necessità di un settore tecnologico sempre affamato e dall’altra c’è anche quello che ci ha lasciato la pandemia: essere troppo dipendenti per un singolo prodotto o materiale significa trovarsi in una condizione di potenziale svantaggio. Anche su spinta dell’Unione Europea, è partito il programma esplorativo, che in realtà ha un anno circa per essere portato a termine, da parte di Ispra. Un programma che dovrà censire effettivamente qual è il potenziale del nostro sottosuolo.
Dove li troveremo?
Premesso che tra gli impegni di Ispra c’è quello di salvaguardare l’ambiente nelle zone in cui si individueranno i giacimenti e le miniere, con un dialogo con le autorità locali, potremmo trovarci con diverse miniere in vari luoghi. Dall’ultimo censimento, per esempio, emerge come la Toscana potrebbe fornire diverse materie prime, soprattutto rame e manganese insieme a feldspato.
Altre zone interessanti, di nuovo per il feldspato, quelle intorno alla provincia di Viterbo dove però si potrebbe invece puntare sulla fluorite, dato che se ne trovano almeno sei giacimenti. La bauxite, altro materiale importante, potrebbe invece arrivare dalle zone appenniniche in alcune frazioni della provincia di Chieti e dell’Aquila e in Campania.
Molto raro il nichel, che potrebbe però arrivare dalle Alpi piemontesi e dalla zona intorno a Verbania. A sud di Torino sono invece stati rilevati molti giacimenti di grafite, che si aggiungono a quelli che invece si trovano in Liguria, quasi al confine con la Francia e Principato di Monaco. Dalla mappa di Ispra emerge una condizione per cui potremmo effettivamente produrre almeno parte di queste materie prime così importanti e ridurre, in questo modo, la dipendenza per quello che riguarda i metalli rari dai Paesi esteri.
Come accennavamo, però, l’aspetto più importante, oltre alla necessità di far lavorare l’industria, sarà quello ambientale. Costruire una miniera significa andare a muovere migliaia di tonnellate di suolo e deve essere quindi un lavoro da portare a compimento cercando di avere l’impatto ambientale minore possibile, per non andare a distruggere quelli che sono gli altri beni su cui la nostra economia potrebbe fare largo affidamento: quelli legati al turismo.
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