Un gruppo di sub si è lanciato al salvataggio di questo esemplare di balena che poi li ha ringraziati a modo suo.
Il mare è un posto in egual misura bello e pericoloso. E a volte non è pericoloso soltanto per gli esseri umani che tentano di immergersi quanto anche per le creature che in teoria dovrebbero sentirsi qui a casa loro.
Ne è la dimostrazione quello che hanno dovuto fare questi sub per salvare un esemplare di balena che ha rischiava di morire asfissiatata da una rete da pesca. Una storia a lieto fine, in cui le conoscenze del mondo animale hanno permesso il salvataggio con ringraziamento.
Una balena da salvare
A muoversi tempestivamente sono stati i subacquei del centro di salvataggio marino che fa capo all’Acquario di Palma di Maiorca più un gruppo appartenente al Centro immersioni di Albatro. Ma niente si sarebbe potuto fare se non fosse stato per una nave, un peschereccio, che aveva incontrato questo esemplare di balena in evidente difficoltà.
L’esemplare doveva a essere finito contro una rete da pesca illegale o abbandonata e, a causa del suo movimento e del movimento dell’acqua, era poi finita con il rimanere intrappolata dentro le maglie. In particolare non aveva modo di aprire la bocca e questo l’avrebbe rapidamente condannata a morte.
Quando i sub del centro di Palma di Maiorca sono arrivati nel punto indicato da chi si trovava sulla nave hanno trovato l’animale che rimaneva immobile, probabilmente stanco e sul punto di cedere. I sub hanno in un primo momento cercato di liberare la balena senza immergersi ma poi è risultato evidente che occorreva entrare in acqua. E nell’operazione sono stati coinvolti i sub del centro di Albatro. Dopo tre quarti d’ora passati a contatto con l’animale l’operazione è riuscita.
I pericoli nascosti dei nostri rifiuti
Quando parliamo di inquinamento del mare pensiamo spesso a tutte quelle bottiglie di plastica che galleggiano nei porti. Ma in realtà l’inquinamento marino causato dalla nostra incuria e dal nostro poco rispetto per l’ambiente a volte assume le dimensioni gigantesche di reti da pesca abbandonate a fluttuare come trappole in attesa che qualche abitante del mare capiti al loro interno.
A volte si tratta di reti che vengono appositamente lasciate proprio per la pesca illegale, altre volte si tratta invece solo di reti che i pescherecci perdono e non cercano in alcun modo di recuperare. In entrambi i casi diventano cimiteri galleggianti. Balene, squali, delfini, tartarughe e un’infinità di pesci di varia dimensione possono rimanere intrappolati tra le maglie e morire di fame o annegare perché non sono riusciti a risalire in superficie a respirare. Lavorare per ripulire il mare dovrebbe diventare un obbligo per chi il mare lo sfrutta per la propria sopravvivenza.
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