Mistero delle conchiglie bucate, a cosa serve quel foro che si trova sulle conchiglie in spiaggia? Un lavoro d’artista della natura.
Quante volte vi è capitato, durante una passeggiata in spiaggia, di imbattervi in conchiglie di molluschi bivalvi con un piccolo foro nella parte superiore?
Vongole, telline e specie del genere sono fra le più frequenti e le più facili da trovare in spiaggia con questo dettaglio peculiare.
Le conchiglie bucate, spesso vengono usate per creare ciondoli oppure decorazioni, non sono però un dono casuale di madre natura per gli amanti del fai-da-te.
Queste conchiglie forate nascondono un affascinante verità. Quei piccoli fori, tanto precisi, sulle conchiglie sono nient’altro che il risultato di uno dei metodi di produzione più complessi e chirurgici conosciuti in natura e sono eseguiti da parte di molluschi gasteropodi che cacciano i vivalvi sommersi nella sabbia.
Tali piccole chiocciole marine, utilizzano una struttura comunemente chiamata radula per bucare la conchiglia e raggiungere così i tessuti molli della sua preda.
Tale radula è una sorta di appendice dell’apparato buccale che è dotata di dentelli robusti capaci di raschiare il carbonato di calcio della conchiglia.
Ad aver spiegato questo processo è l’ecologo marino Andrea Bonifazi ed ha affermato che è molto più complesso di una semplice perforazione meccanica.
Solitamente questo piccolo foro si trova all’altezza dell’umbone, ovvero la parte sommitale della valva dei vivalvi e protegge le parti più prelibate del mollusco.
È chiaro quindi che i predatori si sono evoluti per mirare proprio quella zona.
Conchiglie forate, ecco la spiegazione
In natura si conoscono 270 specie circa di gasteropodi Naticidi, molte delle quali popolano il Mar Mediterraneo. Fra le specie più comuni vi è quella conosciuta come natica che vive fino a circa 10 m di profondità.
La conchiglia rosa di questa specie viene spesso trovata sulla spiaggia di fianco a quelle delle sue prede, con un piccolo segno che è inequivocabile ed è proprio il foro del lavoro della radula e della ghiandola perforatrice.
I Naticidi quindi sono responsabili delle spettacolari strutture a forma di merletto che vengono trovate sulla spiaggia occasionalmente, spesso oggetto di svariate fantasiose speculazioni.
Queste strutture nient’altro sono che il risultato della deposizione delle uova dei gasteropodi marini, dei veri e propri artisti sia nella produzione che nella creazione di nuova vita.
Questa specie dopo aver individuato la sua preda, alterna scioglimento chimico del carbonato di calcio della conchiglia e raschiamento, così da creare il piccolo foro. Questo metodo richiede più di 60 ore e Andrea Bonifazi spiega:
“Non appena il foro viene ultimato, il Naticide può inserirci la proboscide, iniziando così a divorare l’ormai inerme preda. Il foro è differente a seconda delle della specie che lo produce ed il pasto che ne scaturirà potrà essere sufficiente per i successivi 5-14 giorni”.
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