Ben presto apriranno quaranta casinò nei 5 stelle

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Quaranta casinò potranno aprire presto negli hotel italiani a 5 stelle, e altri ne riapriranno, se andrà in porto il disegno di legge firmato dal ministro del turismo Michela Brambilla che all’articolo 10 – pubblicato in anteprima e per intero dall’Espresso – riporta tutta la nuova “disciplina organica delle case da gioco e riqualificazione dell’offerta ricettiva di lusso”.

La legge, che sarebbe pronta al vaglio in consiglio dei ministri, consentirà l’apertura di tre casinò per regione in altrettanti hotel 5 stelle, ma anche la riapertura di vecchie case non più attive. L’aperutra è anche legata alla densità demografica, che nell’area, tra residenti e arrivi turistici, deve raggiungere “almeno un milione di abitanti”.

A gestire le case da gioco saranno nuove società per azioni pubblico–private, ma con quota di controllo in capo al Comune che ospita la casa da gioco. La gestione andrà in concessione a queste società – per nove anni, è ammesso un solo rinnovo – con apposita gara d’appalto, sotto la supervisione del direttore dell’Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato, e in base alle norme comunitarie.

Per l’applicazione della legge, con i criteri di scelta degli hotel ai quali destinare i casinò, un apposito regolamento sarà emanato su proposta del ministero del turismo, di concerto con interno, giustizia, economia e finanze. E anche i consigli regionali avranno voce in capitolo, per la scelta dei Comuni che avranno i nuovi casinò. Nei quali saranno ammessi solo roulette, blackjack, chemin de fer e baccarat, per giocatori rigorosamente maggiorenni e registrati dall’hotel, nel quale sono tenuti a pernottare.

L’erario incasserà tra il 25 e il 40% della differenza tra le poste giocate e le vincite incassate, secondo i volumi di business della singola casa da gioco: un quinto del prelievo fiscale sarà destinato a un nuovo fondo gestito dal Dipartimento del Turismo, il resto direttamente ai Comuni che ospitano il casinò sul loro territorio.

Nella relazione illustrativa il ministro segnala la necessità di recuperare arrivi stranieri anche grazie alla diffusione del gioco d’azzardo, confrontando la scarsissima dotazione italiana con quella sicuramente massiccia di molti Paesi concorrenti: dai 21 negli hotel della Slovenia ai 13 in Spagna, ai 9 del Portogallo, addirittura ai 185 della Francia e gli 85 dell’Olanda.

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