Buttafuoco alla Biennale e la furia vendicativa della destra

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Chissà perché, ma ogni nomina che la destra strappa ai feudi della sinistra dev’essere salutata come gli indiani quando portavano in trionfo lo scalpo del nemico. Va bene la frustrazione per essere stata sempre esclusa dalle stanze del potere, va bene quell’inconsapevole senso di inferiorità rispetto a una parte che poteva vantare intellettuali che hanno dominato il Novecento e scritto la storia culturale di questo Paese. Va bene essere underdog, definizione che piace tanto a Meloni e che i suoi hanno introiettato come rancoroso tratto distintivo. Però quell’«abbiamo infranto un altro tetto di cristallo» trionfalisticamente gridato dal fratello d’Italia Raffaele Speranzon all’indomani della scelta di Pietrangelo Buttafuoco alla guida della Biennale sembra francamente troppo anche per chi mangiato per anni solo pane, cipolle e sudditanza.

Buttafuoco alla Biennale e la furia vendicativa della destra
Raffaele Speranzon di FdI (Imagoeconomica).

L’irrefrenabile ebrezza da spoils system della destra 

Così sembra sia solo una corsa forsennata a occupare poltrone, una irrefrenabile ebrezza da spoils system, la vendetta dell’escluso che dopo tanti patimenti un giorno si ritrova in mano le chiavi del palazzo. Tanto più quando, come avvenuto con la Biennale, ci metti uno bravo sui cui anche chi milita nel campo avverso non può fare le pulci più di tanto. E infatti si inziga ma senza convinzione sul suo passato da frontista della Gioventù, ma neanche tanto visto che Buttafuoco, anarco fascista esteta, non ha mai rinnegato la fede politica. Oppure sul suo essersi convertito all’Islam, cosa che magari di questi tempi fa aggrottare anche tra i suoi sponsor più di qualche sopracciglio.

Buttafuoco alla Biennale e la furia vendicativa della destra
Pietrangelo Buttafuoco (Imagoeconomica).

Occhio che i tetti di cristallo a volte, e la Rai lo dimostra, ti crollano rovinosamente addosso

Ma lo scrittore siciliano è inattaccabile di suo. Cosa puoi rimproverare a chi coltiva una mirabile devozione verso Carmelo Bene, a chi è autore di libri raffinati e detentore di un eclettismo culturale che ben si sposa con l’interdisciplinarietà artistica della Biennale. E che la nomina a Venezia sottrae a quella pericolosa deriva da ospite di talk show che invece ha tristemente travolto il suo conterraneo Giampiero Mughini. Che poi, ammesso e non concesso che lo Speranzon abbia ragione, per un tetto di cristallo che sfondi ce ne sono tanti altri dove quel tetto ti è fragorosamente crollato addosso. Come è successo in Rai, dove le truppe della destra che l’hanno conquistata si sono rivelate poi, visto i tragici risultati di audience, platealmente incapaci a governarla.

Buttafuoco alla Biennale e la furia vendicativa della destra
Giampaolo Rossi e Roberto Sergio, dg e ad Rai (Imagoeconomica).

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