Dopo tre settimane di stallo e il ritiro di tre candidati, la Camera del Congresso degli Stati Uniti ha un nuovo speaker. I repubblicani hanno eletto all’unanimità Mike Johnson, 51 anni, deputato della Louisiana dal 2016 e fedelissimo di Donald Trump. Il nuovo leader della Camera dei rappresentati fa parte dell’ala più a destra del partito ed è anche il più giovane speaker eletto in decenni, in un contesto di forti tensioni interne e internazionali.
Johnson nel suo discorso: «Subito sostegno a Israele», ma non cita l’Ucraina
E a proposito di tensioni internazionali, Johnson in passato si è opposto allo stanziamento di nuovi fondi per l’invio di aiuti a Kiev. Nel suo discorso dopo la vittoria, il neo speaker ha subito richiesto di votare una risoluzione in sostegno a Israele, mentre non ha citato l’Ucraina. E a margine della sua elezione, ai cronisti che gli hanno chiesto se supportasse nuovi aiuti ha risposto: «Vogliamo responsabilità e vogliamo obiettivi chiari da parte della Casa Bianca». Nel suo discorso ha definito prioritaria la difesa del confine con il Messico e la riduzione del debito, annunciando per quest’ultima la creazione di una commissione bipartisan che lavori su una stretta delle spese pubbliche. Johnson ha poi parlato della sua storia personale. Il nuovo speaker è cristiano evangelico, sostiene che sia per «volontà di Dio» che lui e i suoi colleghi si trovino alla Camera per rappresentare il popolo e ripristinare «la fede» degli americani nell’istituzione. Prima di entrare in politica era un avvocato, e ha difeso con successo l’introduzione della preghiera nelle scuole, nonché il divieto dei matrimoni Lgbt in Louisiana. Fa inoltre parte del gruppo di repubblicani che chiedono un divieto nazionale del diritto all’aborto.
Here’s the new Speaker of the House arguing that if women were forced to give birth there would be more “able-bodied workers” and the @GOP wouldn’t cut Social Security.
Mike Johnson wants to criminalize abortions with prison sentences. pic.twitter.com/N5EFggVgBZ
— Gavin Newsom (@GavinNewsom) October 25, 2023
Paladino di Trump e “volto nuovo” a Washington
Il successo della candidatura di Mike Johnson, rispetto ai precedenti candidati, risiede sia nel suo essere un militante conservatore e fedele alleato di Trump, ma sopratutto nel suo essere un “volto nuovo” a Washington, dal basso profilo e senza “nemici” interni al partito, che lo ha reso accettabile anche alle correnti più moderate. L’ex presidente ha affermato di averlo aiutato a diventare speaker: «Voglio solo congratularmi con Mike Johnson. Sarà un grande presidente della Camera e siamo stati molto felici di aiutarlo», ha detto Trump. Ma il fatto di non avere una leadership e dei rapporti consolidati, potrebbe anche rivelarsi un punto debole. Johnson infatti si troverà di fronte gli stessi problemi del suo predecessore: le pressioni dell’ultradestra, ma anche una maggioranza democratica al Senato e un presidente democratico alla Casa Bianca, cosa che rende necessario l’appoggio bipartisan affinché qualsiasi legge possa essere approvata.
Biden ha chiesto 100 miliardi in aiuti per Ucraina, Israele e Taiwan
Anche l’urgenza di superare il vuoto di leadership ha avuto un peso nell’elezione di Johnson: senza uno speaker la Camera è impossibilitata a svolgere attività legislativa. Nel congratularsi con Mike Johnson per la sua elezione, il presidente Joe Biden si è augurato che il Congresso sia ora in grado di varare la legge di bilancio per finanziare le agenzie governative ed evitare lo shutdown che incombe il 17 novembre. Biden ha inoltre ricordato di aver chiesto un nuovo stanziamento combinato di oltre 100 miliardi di dollari in aiuti all’Ucraina, a Israele, per Taiwan e per la sicurezza del confine con il Messico sotto pressione per i migranti. I repubblicani, a cominciare da Johnson, sono però parsi contrari in particolare a nuovi aiuti a Kiev.
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