La variante EG.5, nota come Eris (come la dea greca della discordia), è da tempo la forma dominante di Covid in molti Paesi. Tra cui l’Italia, dove il 52 per cento dei casi di contagi in Italia è dovuto proprio alla variante Eris, come evidenzia l’Istituto Superiore di Sanità.
Cresce anche la variante Pirola, decuplicata rispetto all’ultima rilevazione
Eris nell’ultimo rilevamento risulta in leggero aumento rispetto all’indagine precedente: è stimata al 52,1 per cento contro il 51 per cento. A seguirla nel trend di ascesa c’è Pirola (BA.2.86), decuplicata rispetto all’ultima rilevazione: ora è al 10,8 per cento contro l’1,3 per cento della precedente indagine, con un range Regionale/PA compreso tra 0 per cento e 60 per cento. In relazione alle evidenze disponibili, Eris e Pirola non sembra essere associata a rischi addizionali rispetto agli altri lignaggi del virus Sars-CoV-2 co-circolanti. Si continua a osservare poi la circolazione della variante sotto monitoraggio DV.7 (discendente di BA.2.75), sebbene con valori di prevalenza complessivamente stimata in diminuzione (2,6 per cento contro 4,1 per cento della precedente indagine).
Eris è veloce e quindi molto contagiosa, ma non più pericolosa di altre varianti
«Nell’attuale scenario è necessario continuare a monitorare con grande attenzione, in coerenza con le raccomandazioni nazionali ed internazionali e con le indicazioni ministeriali, la diffusione delle varianti virali, e in particolare di quelle a maggiore trasmissibilità e/o con mutazioni correlate a potenziale evasione della risposta immunitaria», scrive l’Iss. Veloce e quindi molto contagiosa, ma non più pericolosa di altre varianti, Eris ha una sintomatologia variabile, che può andare dalla forma paucisintomatica a una accentuata con febbre alta e perdita di olfatto/gusto. In alcuni casi può impegnare le vie respiratorie.
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