Il ministro della Difesa, Guido Crosetto, sarà ascoltato in commissione Antimafia, dopo il caso delle dichiarazioni sulla «opposizione giudiziaria» che «ha sempre affossato i governi di centrodestra», rilasciate al Corriere della Sera. Nel pomeriggio del 27 novembre, infatti, il Partito democratico ha inoltrato la richiesta di calendarizzazione dell’audizione presso l’ufficio della presidente Chiara Colosimo. La data sarà scelta il 28 novembre. Lo stesso ministro ha dichiarato, già prima della richiesta, di essere disponibile a spiegare le sue parole sui magistrati davanti al Parlamento.
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Le opposizioni: «Venga in Parlamento»
Il primo a chiedere a Crosetto di spiegare le sue parole in Aula è stato il capogruppo del Pd in commissione Giustizia della Camera, Federico Gianassi. Poi si sono associati i parlamentari di Avs e Azione. Roberto Giachetti, in quota Italia Viva, ha anche avanzato l’ipotesi che ad accompagnarlo sia «il ministro della Giustizia». E a rincarare la dose ci ha pensato il leader del Movimento 5 stelle, Giuseppe Conte: «Francamente non ricordo che un ministro responsabile possa fare dichiarazioni così, in piena leggerezza, alla stampa. Se lui ha notizia circostanziata di accuse così gravi deve andare in Procura e venga a riferire in Parlamento. È il minimo per un ministro che voglia svolgere responsabilmente le sue funzioni, altrimenti ricadiamo nel solito circuito dei complottismi per nascondere i fallimenti del governo, e questo non è accettabile».
La replica di Crosetto: «Enorme rispetto per le istituzioni»
Il ministro Crosetto, dal canto suo, ha risposto su X: «Se interessati, incontrerei molto volentieri il Presidente dell’Associazione magistrati Santalucia ed il suo direttivo per chiarire loro le mie parole e le motivazioni. Così capiranno che alla base c’è solo un enorme rispetto per le istituzioni. Tutte. Magistratura in primis. Una risposta al fondo di un’intervista su tutt’altro. Una risposta nella quale racconto una cosa riferitami. Una preoccupazione, non un attacco. Dico che voglio riferire al Parlamento. Vengo attaccato, insultato, minacciato, offeso. Preventivamente. Dovrei avere paura? Non ne ho».
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