Decifrati per la prima volta gli antichi papiri di Ercolano. Dall’eruzione del Vesuvio del 79 d.C., i papiri di Ercolano tornano a far parlare di sé, finalmente alcuni testi, nonostante le condizioni precarie, si tratta di papiri quasi del tutto carbonizzati che non potevano di certo essere srotolati e letti come un semplice giornale, sono stati decifrati.
Quello che raccontano, questi misteriosi papiri di Ercolano, finalmente viene svelato, seppur in parte, almeno per il momento. Questi antichi testi, ritrovati nel sito di Ercolano, a metà del Settecento. Ercolano in Campania, città vicino Pompei, di cui ha subito la stessa sorte con l’eruzione del Vesuvio nel 79 dopo cristo, per secoli non erano ancora stati tradotti. La causa principale che ha impedito, a studiosi ed archeologi, di leggere e tradurre questi antichi testi risiede nelle condizioni stesse dei papiri rinvenuti.
Decifrati per la prima volta gli antichi papiri di Ercolano
Stiamo parlando, infatti, di documenti ritrovati dopo l’eruzione vulcanica che finì con il distruggere e seppellire le città, i testi, quindi, sono quasi del tutto carbonizzati, arrotolati ed anneriti. Le condizioni precarie non potevano certo consentire la loro apertura per potervi leggere il contenuto. Per questo ci sono voluti secoli prima di poterli decifrare. Inutile dire che la tecnologia ha dato una grande mano.
Grazie agli strumenti attuali che la tecnologia mette a disposizione, infatti, alcuni di questi papiri, pur senza essere srotolati, sono stati letti e decifrati. Il passato e la storia che, quando meno te lo aspetti, riemerge e torna a parlarci consegnandoci un poco di quella antica cultura e di quelle antiche civiltà, spesso e volentieri, insegnamenti veri e propri anche per le attuali generazioni.
Il tutto è stato reso possibile da un’autentica chellenge, una sfida lanciata ed organizzata da Nat Friedman. La Vesuvius Challenge, una vera e propria competizione, con tanto di ricchi premi in palio, per i fisici e gli informatici coinvolti, in palio non c’è stato solo il prestigio ma anche premi economici di migliaia di dollari. Fisici ed informatici, pur trattandosi di storia ed archeologia, perché solo con nuove tecnologie e strumenti all’avanguardia si poteva decifrare i papiri.
Nat Friedman, dunque, un informatico, appassionato di storia antica, azionista di numerose compagnie tecnologiche americane, ha lanciato questa sfida, questa competizione ed è stato proprio lui attraverso il sito della Vesuvius Challenge ad annunciare che, grazie a tre ricercatori, più di 2000 caratteri di uno di questi papiri sono stati letti e decifrati.
Il testo di un filosofo epicureo
Il premio in denaro di 700 mila dollari è stato così diviso tra i tre ricercatori. L’informatico egiziano Youssef Nader, lo studente di robotica di Zurigo Julian Schilliger e Luke Farritor, studente all’Università del Nebraska sempre in campo informatico. Per la lettura, di uno di questi papiri, è stato di fondamentale importanza, l’utilizzo dello strumento inventato da Schilliger, il ThaumatoAnakalyptor. Grazie alle nuove tecnologie sarebbe in grado di scansionare in 3D il papiro e renderlo visibile e piatto come se fosse aperto ma senza srotolarlo.
Con questa tecnologia, ora, si punta a decifrare tutti gli altri papiri, del sito archeologico, completamente entro il 2025. Il testo scoperto, intanto, appartiene al filosofo epicureo Filodemo di Gadata e tratta il tema del piacere.
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