Francesco Guccini presenta il nuovo disco e dedica Bella Ciao alle ragazze iraniane

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Si intitola Canzoni da osteria il nuovo album di Francesco Guccini presentato venerdì 10 novembre all’università statale di Milano. Ad aprire il disco, la canzone Bella ciao, intonata per l’occasione dal coro Alpino Orobica: «L’ho scelta perché è diventata una canzone misteriosamente internazionale. Non solo è nella serie La casa di carta ma è anche diventata il simbolo della protesta della donne iraniane contro la teocrazia iraniana. Volevo fare un omaggio a loro». Nel testo, aggiunge, «ho cambiato la parola invasor con quella di oppressor. A 83 anni, non mi metteranno in galera».

Canzoni da osteria è una raccolta di canti popolari e brani ispirati al repertorio nazionale e internazionale. Il tutto rivisitato in chiave personale. «Quella che mi descrive come esperto di osterie» – ha detto Guccini all’Ansa – «è solo una leggenda. Ne ho frequentate poche ma a cominciare dagli anni dell’università, in quella Bologna di allora dove si incontravano studenti americani, greci e di altre nazionalità. Poi capitava anche di incontrare Lucio Dalla e la sua banda, così come tanti altri».

Quattordici le tracce che attraversano cultura, tradizioni, storia, ma anche l’amore, con gli arrangiamenti di Fabio Ilacqua, che ha seguito anche la produzione artistica dell’album, affiancato da Stefano Giungato. Tra i titoli inseriti nell’album, c’è Hava nagila, in ebraico. «Quando ho inserito la canzone nella scaletta» – ha commentato – «non era ancora cominciata questa orrenda guerra. Ho amici di Medici Senza Frontiere che sono stati in Israele e in televisione vedo solo persone che si dividono in tifoserie per una parte o l’altra, dimenticando chi sta nel mezzo e soffre».

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