Il 25 novembre ricorre la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulla donne. Una data simbolica, istituita dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 17 dicembre 1999 attraverso la risoluzione 54/134, per ricordare le sorelle Mirabal, brutalmente torturate e uccise, ma anche per sensibilizzare sull’argomento della violenza di genere. Quest’anno, inoltre, la ricorrenza è particolarmente sentita a causa del femminicidio di Giulia Cecchettin, 22enne uccisa dall’ex fidanzato, il cui cadavere fu ritrovato il 18 novembre 2023.
L’assassinio delle sorelle Mirabal
Patria Mercedes, María Argentina e Bélgica Adela Mirabal persero la vita in quanto si opposero alla dittatura di Rafael Leónidas Trujillo. Le tre donne erano membri di un’organizzazione segreta: quando questa fu scoperta dalla polizia, tutti i partecipanti, comprese le sorelle e i loro mariti, furono arrestati. Sebbene le sorelle Mirabal fossero state rilasciate alcuni mesi dopo, il 25 novembre 1960 decisero di visitare i loro coniugi ancora detenuti. Questo incontro fu fatale a causa di un’imboscata. L’auto su cui viaggiavano fu intercettata e le tre donne furono brutalmente torturate, violentate e assassinate, simulando successivamente un incidente. L’assassinio delle sorelle scosse profondamente l’opinione pubblica. L’indignazione fu così intensa che portò, pochi mesi dopo, all’uccisione di Trujillo. In commemorazione delle tre donne, il 17 dicembre 1999 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ufficializzò il 25 novembre come Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.
Le scarpe rosse come simbolo
Le scarpe rosse hanno assunto il ruolo di simbolo del 25 novembre. Rappresentano un’icona universale per commemorare le vittime di violenza di genere in tutto il mondo, sottolineando l’importanza della lotta contro ogni forma di violenza e promuovendo la richiesta di maggiori diritti per le donne. La prima persona a utilizzarle fu l’artista messicana Elina Chauvet, che le incluse in un’installazione realizzata nel 2009 per denunciare gli abusi nei confronti delle donne e il crescente fenomeno dei femminicidi. L’installazione, chiamata Zapatos Rojos, consisteva in una vasta esposizione di scarpe rosse, il cui colore rappresentava il sangue versato: ogni coppia di calzature (precisamente 33 paia) identificava una storia di abusi e maltrattamenti. Da allora, spesso le piazze si sono riempite di scarpe rosse.
La panchina rossa per dare visibilità al tema
La panchina rossa è un altro simbolo della lotta contro la violenza di genere. È un’immagine potente e significativa che mira a mettere in evidenza un tema cruciale e a stimolare la riflessione collettiva, la commemorazione e la contemplazione. In particolare, la panchina rossa fa riferimento alla violenza domestica, un tipo di violenza che si manifesta all’interno delle abitazioni in modo silenzioso. Spesso, nelle nostre città, vengono installate panchine rosse in memoria delle donne uccise all’interno delle mura domestiche o per mano dei loro compagni. Un esempio recente è quella voluta fortemente dal nipote di Concetta Marruocco, brutalmente assassinata dal marito con 39 coltellate.
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