Dolore e rabbia tra i familiari di Giulia Cecchettin, trovata morta nei pressi del lago di Barcis dopo una settimana di ricerche. Nei giorni scorsi il padre Gino e la sorella Elena avevano lanciato numerosi appelli – sui giornali, sui social e in televisione – per sperare di ritrovare viva la loro familiare, vittima di un’aggressione da parte dell’ex fidanzato Filippo Turetta (ancora disperso) e abbandonata nel bacino in provincia di Pordenone. A poche ore dalla notizia del ritrovamento del cadavere, Elena ha condiviso una foto in cui lei e la sorella sorridono insieme, accompagnata dalla didascalia «Rest in power, I love you».
Anche Davide, il fratello, ha pubblicato un ritratto di Giulia mentre abbraccia un grande orso di peluche accanto alla scritta «I love you, susumina», ricordando il nomignolo con cui la chiamava.
Lo sfogo di Elena Cecchettin: «Per te bruceremo tutto»
Affetto ma anche rabbia, tra i parenti più stretti di Giulia, per la narrazione che in questi giorni è stata fatta di Filippo, «un bravo ragazzo che non avrebbe mai fatto del male alla sua ex compagna». E che invece, come mostra un video nelle mani degli inquirenti, l’ha aggredita ripetutamente, anche quando lei ha cercato di fuggire, e l’ha caricata sanguinante nella sua auto. A tal proposito, Elena Cecchettin ha condiviso alcuni messaggi che condannano le parole che sono state usate per descrivere il ragazzo. Come quello della scrittrice e attivista Carlotta Vagnoli: «Prevedibile dalla descrizione di quel bravo ragazzo, troppo bravo: non farebbe male neanche a un amosca. Certo, a una mosca no. Ma a una donna, beh, quella è tutta un’altra questione». E ancora, quello della scrittrice Valeria Fonte: «È stato il vostro bravo ragazzo».
Poi la scritta a caratteri cubitali bianchi su sfondo nero: «Per te bruceremo tutto». Infine la frase dell’attivista peruviana Cristina Torres Caceres: «Se domani sono io, se domani non torno, mamma, distruggi tutto. Se domani tocca a me, voglio essere l’ultima».
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