Il secondo gruppo di ostaggi israeliani è stato liberato da Hamas, che ha consegnato 13 persone, tra donne e bambini, alla Croce Rossa che li ha portati al valico di Rafah. Da lì sono passati in Egitto. Lì sono stati presi in consegna dalle forze speciali dell’esercito dello Stato ebraico e dalle forze di sicurezza che li hanno trasferiti in Israele. L’organizzazione palestinese ha liberato anche quattro cittadini thailandesi.
Ritardo scambio di prigionieri, Israele ha minacciato di interrompere la tregua
«Hamas sa che se gli ostaggi non saranno rilasciati entro la mezzanotte, l’esercito riprenderà le operazioni di guerra. E quindi sta cercando di controllare la narrativa», aveva fatto sapere l’Idf dopo il ritardo nelle consegna dei prigionieri, dovuta al fatto che Israele non stesse adempiendo «ai termini dell’accordo relativo all’ingresso di camion umanitari nel nord della Striscia di Gaza e a causa del mancato rispetto degli standard concordati per il rilascio dei prigionieri»
Le autorità israeliane hanno rilasciato a Gerusalemme Est 39 detenuti palestinesi
Alla fine la liberazione è avvenuta e, nell’ambito dell’accordo mediato dal Qatar, le autorità israeliane hanno rilasciato a Gerusalemme Est 39 detenuti palestinesi. La persona più importante che figura nell’elenco dei prigionieri liberati è Israa Jaabis, 38 anni, condannata per aver fatto esplodere una bombola di gas nella sua auto a un posto di blocco nel 2015, ferendo un agente di polizia. Era stata condannata a 11 anni di prigione.
Hamas ha consegnato la lista degli ostaggi che saranno liberati il 26 novembre
Una nuova lista di ostaggi che dovrebbero essere rilasciati il 26 novembre da Hamas è stata ricevuta dall’ufficio del primo ministro israeliano. Lo riportano i media, spiegando che il governo si è già attivato mettendo al corrente le famiglie delle persone che saranno liberate. Secondo fonti israeliane, in questo caso Hamas non ha separato componenti di stessi nuclei familiari come invece era accaduto nel secondo gruppo. La maggior parte di coloro che saranno rilasciati provengono da una stessa comunità e si prevede inoltre che questo elenco includa anche cittadini americani.
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