Le autorità del Nepal hanno dichiarato che bandiranno presto TikTok. Il ministro delle Comunicazioni e della Tecnologia dell’Informazione Rekha Sharma ha affermato che la decisione è stata presa perché la piattaforma viene utilizzata per condividere contenuti che «disturbano l’armonia sociale e sconvolgono le strutture familiari». Il governo di Kathmandu ha evidenziato che negli ultimi quattro anni su TikTok sono stati registrati 1.647 casi di crimini informatici e che «un’ampia parte della popolazione ha criticato la piattaforma per aver incoraggiato la diffusione dei discorsi d’odio».
Per il leader del partito Nepali Congress è un tentativo di «soffocare la libertà di espressione»
Giovedì 9 novembre il governo aveva reso obbligatorio per piattaforme come Facebook, X, TikTok e YouTube l’apertura di uffici in Nepal: la misura è stata introdotta alla luce di un numero crescente di persone che lamentavano di non aver rappresentanti a cui rivolgersi per segnalare eventuali abusi e contenuti impropri. «Una regolamentazione è necessaria per scoraggiare coloro che abusano dei social media, ma chiuderli è completamente sbagliato», ha scritto su X Gagan Thapa, leader del partito Nepali Congress che fa parte della coalizione di governo, secondo cui l’intenzione dell’esecutivo nepalese sembra essere quella di «soffocare la libertà di espressione».
TikTok, fortissima crescita tra i giovani, vanta circa un miliardo di utenti mensili
La popolare piattaforma di condivisione video, che conta circa un miliardo di utenti mensili, ha dovuto affrontare restrizioni in molti Paesi per la presunta violazione delle regole sui dati. E anche per il potenziale impatto sui bambini. TikTok è già stato vietato in Cina, India, Iran, in altri Paesi asiatici e nello Stato americano del Montana. Sesta piattaforma social più utilizzata al mondo, la sua crescita tra i giovani supera di gran lunga quella dei concorrenti Facebook e Instagram.
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