Quella della Comuna 13, nota anche come barrio San Javier, è una storia di riscatto e di rinascita. Questo distretto, in cui vivono circa 160 mila persone, è una delle 16 comunas (distretti amministrativi) di Medellin, città il cui nome per decenni è stato legato a quello di Pablo Escobar, e da qualche anno sta cercando di lasciarsi alle spalle un passato di violenza e di morte per diventare attraverso la street art un centro vitale e di richiamo per i turisti.
Una terra di nessuno tra Milicias populares, Eln e Farc
Quartiere nato negli Anni 70 con l’arrivo di chi lasciava le periferie delle città per costruirsi un futuro o fuggiva dai conflitti armati che insanguinavano le aree vicine, per anni la Comuna 13 fu terra di nessuno: senza acqua corrente, sistema fognario e corrente elettrica, divenne teatro di violenze e omicidi tra bande spesso legate al cartello di Pablo Escobar. La prima risposta al degrado fu la nascita delle milizie urbane, le Milicias populares: gruppi spontanei di cittadini, perlopiù giovani, che cercavano di garantire la sicurezza del proprio quartiere. Un esperimento sociale che non sfuggì all’attenzione dell’Esercito di liberazione nazionale (ELN) spinto dall’idea di controllare questi gruppi per estendere la sua presenza a Medellin. Dopo l’Eln, la Comuna 13 fu presa di mira anche dalle Farc in cerca di reclute. La convivenza di queste bande organizzate, tra gli Anni 80 e i 90, diede vita a una violentissima guerriglia urbana.
La guerra urbana di Uribe e l’Operacion Orion
Lo strapotere dei gruppi armati finì nel 2002 con la guerra lanciata dall’allora presidente colombiano Alvaro Uribe. Nell’ottobre di quell’anno fu organizzata l’Operacion Orion, un’incursione nella Comuna 13 che coinvolse circa 3 mila uomini tra esercito, polizia e paramilitari, supportata da carri armati ed elicotteri Black Hawk. Nella notte tra il 16 e il 17 ottobre, la Fuerza Pública del governo colombiano – composta dalle Forze Armate e dalla Policía Nacional – fece irruzione nelle case e tra le baracche per scovare eventuali nascondigli di droga e armi. Chiunque fosse sospettato di spalleggiare le bande armate venne imprigionato o, peggio, spedito a La Escombrera, terreno nella zona nordest di Medellin utilizzato come discarica di rifiuti edilizi e diventato fossa comune delle persone uccise nell’operazione e nella “pulizia sociale” che ne seguì. Il bilancio ufficiale di una sola settimana fu di 14 morti (in realtà furono 300) 34 feriti e quasi 250 arresti. Oggi La Escombrera è una sorta di memoriale segnalato ai turisti della Comuna 13.
La rinascita con Fajardo e la successiva riqualificazione urbana
Fu il sindaco di Medellin Sergio Fajardo, in carica dal 2003 al 2007, a voltare pagina con un imponente programma di infrastrutture per i quartieri poveri e dimenticati della città. Ma la vera trasformazione della Comuna 13 prese forma concretamente a partire dal 2011 con la riqualificazione delle case in mattoni, la costruzione di centri comunitari e l’installazione delle “escaleras electricas”, scale mobili all’aperto con una lunghezza di 384 metri che collegano il quartiere alla città sottostante evitandone l’isolamento.
La Street Art e i graffiti tour
Sebbene il termine Comuna venga utilizzato per indicare un’unità amministrativa in cui si suddivide l’area urbana di una città, raggruppando quartieri o settori specifico, nel contesto sociale, politico e culturale colombiano assume tutt’altro valore. Essere una comuna significa condividere dei valori, aiutarsi reciprocamente e contribuire al ripristino di un’identità e di un senso di appartenenza a lungo sopito. Significa anche volersi riscattare e riprendere in mano le redini della propria vita e gli abitanti del barrio San Javier lo hanno saputo fare bene. I giovani della Comuna 13, in particolare, si sono ribellati alla violenza vissuta dalle loro famiglie, prima con l’hip-hop e il rap, poi convertendo il quartiere in un museo a cielo aperto. Ora i fori causati delle raffiche di mitra sui muri sono coperti da vivaci murales. Le scritte, le immagini e i graffiti colorati raccontano le conseguenze del conflitto e documentano l’eredità di una nazione piegata dal narcotraffico, guardando però al futuro. Dopo i primi murales realizzati da artisti locali, il governo ha sovvenzionato nuove opere. Così street writer come @chota13, @FateOne96 e @YesGraff sono diventati famosi ben oltre i confini della Comuna 13.
Da questa esperienza sono nati i cosiddetti “tour dei graffiti”, che ogni giorno attirano migliaia turisti provenienti da ogni parte del mondo. Un’alternativa al narco-turismo a cui Medellin sembrava condannata con tanto di gadget venduti nella casa natale di Escobar o battaglie di paintball che simulano le sparatorie tra narcos e polizia. La street culture, al contrario, ha regalato nuove opportunità di lavoro per i residenti della Comuna 13, contribuendo a ridurre l’influenza dei cartelli sulla zona.
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