Indi Gregory, la sentenza del giudice: «Stop ai supporti vitali»

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I supporti vitali di Indi Gregory saranno rimossi domani, giovedì 9 novembre, alle 14 locali, le ore 15 in Italia. Lo ha stabilito il giudice Robert Peel, lo stesso che pochi giorni fa si è opposto al trasferimento all’ospedale Bambino Gesù di Roma della piccola, affetta da una rara malattia del Dna mitocondriale, non curabile. La bambina ha ricevuto lunedì 6 novembre la cittadinanza italiana, nel tentativo in extremis di portarla nella Capitale, dove avrebbe ricevuto cure palliative. I genitori, secondo quanto riferito dall’organizzazione Christian Concern, faranno ricorso.

Corsa contro il tempo per i genitori

Christian Concern ha spiegato: «Questo pomeriggio, il giudice Robert Peel ha stabilito che il supporto vitale di Indi Gregory deve essere rimosso presso il Queen’s Medical Center di Nottingham o in un hospice e non a casa, contrariamente alla volontà dei suoi genitori. La famiglia, sostenuta dal Christian Legal Centre, presenterà ricorso». L’organizzazione ha anche spiegato che «i vertici del servizio sanitario nazionale Nhs hanno minacciato di rimuovere il supporto vitale oggi, senza la presenza dei familiari. Il padre, Dean Gregory, non era in ospedale al momento della minaccia e ha detto che si sentiva come se stesse per avere un infarto quando è stato informato».

Il console Corradini ha emesso un provvedimento d’urgenza

«Su richiesta della famiglia di Indi Gregory», ha continuato Christian Concern, «il console italiano a Manchester, Matteo Corradini, in qualità di giudice tutelare della bimba di 8 mesi, ha emesso oggi un provvedimento d’urgenza che riconosce l’autorità dei tribunali italiani in questo caso» Con il provvedimento, spiega Il Giornale, si punta al trasferimento a Roma e si sottolinea come sia stato nominato curatore della bambina Antonio Perno, direttore dell’ospedale Bambino Gesù. L’ente ha spiegato: «L’ordinanza è stata comunicata dal nuovo tutore al managing director del Queen’s Medical Center di Nottingham per facilitare una collaborazione costruttiva tra le autorità sanitarie italiane e inglesi al fine di evitare questioni legali su conflitti di giurisdizione».

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