Non è bastato l’incidente della Costa Concordia, lo stesso che fa ancora giacere in mare, coperta in parte dall’acqua una nave che era un gigante delle acque. Dopo il grande spavento, infatti, “l’inchino“, cioè l’avvicinamento di questi palazzi galleggianti a basse profondità per salutare le città che attraversa, torna a conquistare. Se da un lato, quindi, c’è il ministro dell’Ambiente Corrado Clini che spera che le grandi navi escano dalla Laguna di Venezia al più presto anche per evitare possibili rischi ambientali, dall’altro Ischia si mostra simpatizzante verso un fenomeno che gradisce parecchio. Dall’isola azzurra la Federalberghi e Confcommercio chiedono al governo che possa essere ripristinato il passaggio, purché si faccia attenzione alla sicurezza. Si tratterebbe di un evento fondamentale per il turismo locale.
Sostengono infatti che:
In caso contrario, ci sarebbero anche ripercussioni sul piano occupazionale. Da alcuni anni l’isola d’Ischia si sta affermando nel mercato crocieristico alla stregua di altre località nazionali ed internazionali tale attività consente in parte di recuperare la costante diminuzione dei flussi turistici, esercitando una sorta di reciproca propaganda sia per le compagnie di navigazione, sia per la nostra località. Nel solo 2011 sono sbarcati ad Ischia 7500 croceristi”.
Dopo la tragedia dell’Isola del Giglio, infatti, è stato emanato un decreto che limita o vieta il transito delle navi mercantili per la protezione di aree sensibili nel mare territoriale. Una scelta che
vanifica di fatto tutti gli sforzi operati per rendere appetibile la visita e la sosta per il nostro territorio, troncando completamente tutte le condizioni di lavoro create, comportando la cancellazione di tutti gli accosti programmati per l’anno 2012 e lasciando nel pi- assoluto sconcerto aziende e lavoratori impegnati in tale attività. Altro aspetto non secondario è l’impossibilità per le navi da diporto di attraccare nei porti turistici di Ischia Porto, Casamicciola Terme e Lacco Ameno o di sostare in rada presso le nostre insenature. Le giuste determinazioni che il governo ha assunto, dopo i tragici fatti dell’isola del Giglio, non possono n‚ debbono cancellare lo svolgimento di quelle attività legate alla fruizione delle coste e del patrimonio marino. Le norme emanate tagliano inesorabilmente le attività citate con danno irreparabile per le imprese che lavorano in questi settori e con inevitabili riduzioni dell’occupazione”.