La crociera irresistibile

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Anche nel terribile 2009 molte compagnie di crociera sono riuscite a fare utili, diversamente da quasi tutto il resto del turismo. Qualcuno ha guadagnato meno che in passato, ma qualcuno ha anche guadagnato per la prima volta: l’ennesima sfida ha confermato la solidità del modello di business e del prodotto, vincenti entrambi. Il primo perché, tra l’altro, la lunga esperienza di gestione diretta del prodotto e della struttura dei costi abilita i vettori a un pricing dinamico e assolutamente value for money per il consumo, oltre che in efficace equilibrio tra quotazioni a catalogo e ricavi dei consumi a bordo.

Creativi e innovatori

La formula di vacanza – perfetta con la sua settimana da Dio per una domanda molto impoverita – ha conquistato milioni di viaggiatori senza quasi perdere il suo antico fascino di vacanza prestigiosa. Anche perché le compagnie sono forse gli operatori più creativi del mercato, innovatori capaci di scovare non solo nuovi itinerari, ma di inventare letteralmentre nuove dimensioni del viaggio per mare, sulle loro navi sempre più grandi e stupefacenti, vera destinazione della crociera. In più le compagnie capitalizzano il prezioso supporto delle agenzie di viaggi, per un prodotto ancora ampiamente intermediato.

Gli osservatori prevedono per quest’anno il vero ritorno degli utili importanti per l’industria delle crociere: se non ci si metteranno eventi straordinari – dai quali peraltro le compagnie hanno imparato più di tutti – e sempre che il costo del petrolio lo consenta, ma anche qui i vettori pare abbiano sbagliato meno di tutti.

Quest’anno 18 milioni sulle navi

Gli analisti riportano in generale i dati di una crescita inarrestabile: secondo le stime più audaci, che includono quelle sui 24 vettori della CLIA, quest’anno andranno in crociera poco meno di 18 milioni di passeggeri, 6% in più rispetto ai 16,9 milioni dell’anno scorso. Ma si parla di un altro più 4,1% l’anno prossimo, e più 4,4% nel 2012, fino a una prima decelerazione della crescita tra 2013 e 2014. Anche l’Europa delle crociere ha continuato a crescere energicamente nel 2009, perfino su mercati che si pensavano saturi come la Gran Bretagna, che l’anno scorso ha superato il milione e mezzo di crocieristi – il 31,5% del totale – mentre la Germania ha superato il milione. E l’Italia è definitivamente il terzo consumatore di crociere, avanti del 16% con 790.000 crocieristi, seguita dalla Spagna che malgrado ha avuto 627.000 passeggeri, più 26%.

Sono i dati dello European Cruise Council, l’associazione dei vettori attivi in Europa: in tutto 4,95 milioni di europei sono andati in crociera nel 2009, il 12% in più. Oltre la metà verso Mediterraneo e isole atlantiche, 884.000 in Nord Europa, e 1,23 milioni tra Caraibi e resto del mondo.

32 miliardi per il PIL europeo

L’industria delle crociere contribuiva già nel 2008 al Pil continentale con qualcosa come 14,2 miliardi di euro in spese dirette dei crocieristi, 32,2 miliardi in totale (incluse quelle delle compagnie, 5,2 miliardi nel 2009 solo in nuove navi) con 21,7 milioni di visite nei porti, e un totale di 312.000 posti di lavoro. Solo in Italia le crociere contribuiscono al Pil con 4,318 miliardi in spese dirette (più 9% sul 2007) e impegnano oltre 97.000 addetti.

L’Italia, star sul Mediterraneo

Ma l’Italia è anche una delle mete più richieste sul richiestissimo Mediterraneo, la meta in crescita più rapida nella domanda internazionale già da alcuni anni: i nostri porti riceveranno entro quest’anno 8,82 milioni, oltre il 5% in più sul 2009 (rispetto al +11,8% del 2008) in 4.500 “toccate nave”, quasi il 7% in più. I dati sono dell’osseravatorio di Cemar, l’operatore portuale di Sergio Senesi.

L’Italia resta leader in Europa anche per il movimento passeggeri nel singolo porto: Civitavecchia in testa per i passeggeri, seguita da Venezia, con Napoli al terzo posto. E al top per il volume di passeggeri nei porti italiani c’è MSC Crociere, con le sue nuove unità da 135.000 tonnellate di stazza. Costa tocca più mete ma in percentuale visita meno i porti italiani.

E dato che in tutto il mondo la penetrazione della crociera sul mercato globale delle vacanze rimane ancora entro il 4%, nel migliore dei casi, le compagnie continuano a costruire navi: nel 2015 la capacità totale consentirà di portare in crociera poco meno di 20 milioni di ospiti l’anno. Entro il 2012 escono dai cantieri almeno 23 nuove navi (solo ordini fermi), per un totale di oltre oltre 46.600 nuovi posti sui letti bassi.

Arriva in dicembre la nuova Allure of the Seas di RCCL, gemella di Oasis of the Seas, la più grande del mondo; in giugno si vara Norwegian Epic di NCL, con le cabine dalle pareti curve; Fincantieri ha incassato un ordine di Carnival per una nuova serie di Princess Cruises; nel 2011 arriva la nuova Carnival Magic, che avrà una terza gemella nel 2012; MSC Crociere ha ordinato a STX Europe un’altra nave, in consegna nel 2012; Costa Crociere riceverà nel 2011 la nuova Costa Favolosa e nel 2012 Costa Fascinosa. Entro il 2014 le compagnie spenderanno a quanto pare altri 17 miliardi di dollari, per un totale di 64.000 nuovi letti, che faranno crescere di altri 3 milioni di passeggeri la capacità totale.

Vertice italiano per l’ECC

Due italiani al vertice di The European Cruise Council, l’associazione delle compagnie di crociera impegnate in Europa. Da poche settimane il presidente è Manfredi Lefebvre d’Ovidio, chairman di Silversea Cruises, che succede a David Dingle, ceo di Carnival in Gran Bretagna.

Pierfrancesco Vago, ceo di MSC Crociere, è il vice presidente del Council. Fondato nel 2004, in soli sei anni l’ECC ha visto crescere di oltre il 74% i crocieristi europei. In Europa operano attualmente 42 compagnie con un totale di 129 unità. Il Council dedica il suo impegno in particolare alle questioni ambientali, al dialogo con porti e infrastrutture, con le istituzioni e il mondo del turismo. E ora ha rinnovato il proprio impegno in sede comunitaria, con la nominaa Bruxelles di un senior environmental manager e di un consulente per gli affari pubblici.

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