La lingua parlata in Nord America in tempi antichi, prima di Colombo, non è quella che tutti potrebbero pensare.
Uno degli ultimi continenti, secondo la storia, ad essere stato scoperto, sembra avere un passato linguistico molto particolare e molto antico. Secondo un’indagine fatta in modo molto accurato, collega la lingua odierna ad altre già preesistenti.
Lo studio mostrerebbe infatti che ben 24.000 anni fa una e 14.000 anni fa un’altra ci furono in questo continente due onde migratorie. E questo naturalmente avrebbero portato con sé la loro lingua madre.
Una lingua che, con il tempo, avrebbe dato origine poi a una diversità linguistica che comprende molte altre famiglie linguistiche. Un fenomeno che non si è visto in nessuna altra parte del mondo. L’America, scoperta, secondo i libri, nel 1492 porta con sé la storia linguistica tra le più interessanti.
Infatti sembrerebbe che prima dello spagnolo, dell’inglese, del francese e dell’olandese ci fossero all’incirca altre 200 diverse famiglie linguistiche. Un passaggio aperto tra la Siberia e l’Alaska ha permesso l’arrivo di diversi dialetti.
La lingua moderna che presenta contaminazioni di 24.000 anni fa
La linguista Johanna Nichols dell’Università della California a Berkeley ha cercato nel suo studio di ricostruire la storia, uno studio pubblicato nel American Journal of American Anthropology. Ha analizzato, infatti, circa 16 strutture linguistiche fondamentali come, per esempio, i sostantivi e i pronomi aventi radici “n” o “m” e i classificatori numerali.
Questo le ha permesso di risalire a due popolazioni fondatrice tutte e due di origine siberiana. La prima si stabilì con due flussi migratori lungo la costa occidentale del nord America mescolandosi con le popolazioni della California e dell’Oregon.
Diedero, così, vita al primo gruppo distinto della nuova lingua americana. La seconda, invece, ha influenzato le lingue della cultura clovis e risalgono a circa 14.000 anni fa. Questi dialetti, intreccandosi tra di loro, diedero vita poi alla lingua franca che caratterizzò gli insediamenti del Pacifico Nord – Occidentale.
Una fusione quindi tra la prima ondata e la quarta ondata migratoria siberiana risalente a 12.000 anni fa. La studiosa ha sottolineato poi come le caratteristiche strutturali fondamentali tra queste lingue fondatrici si ritrovano ancora oggi nelle nella lingua moderna.
I Vichinghi, i veri scopritori del “nuovo continente”?
Questo significa che l’antica glaciazione e tutte le altre migrazioni che avvennero in seguito plasmarono le lingue della zona del Nord America. E hanno dato vita alla lingua che si parla ancora oggi. Un risultato molto interessante che parla di una storia molto antica.
Così come quella portata alla luce da un gruppo di ricercatori che hanno dato al mondo la data esatta della scoperta del continenete americano, 1021. Infatti, alcuni reperti ritrovati hanno raccontato che furono i Vichinghi ad arrivare prima di Colombo.
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