L’affresco più bello d’Italia si trova in un Palazzo. Tra le cose tramandate e salvate nel tempo nonostante i secoli, le strutture antiche, i palazzi, sono sicuramente quelle che più custodiscono tesori, arte, cultura. Gli affreschi presenti, in queste ville antiche, sono degli autentici capolavori, arrivati fino ai giorni nostri e sapientemente ripresi, spesso, oggi, grazie ad opere di ristrutturazione in grado di farci godere appieno della maestosità dell’opera frutto di pregiati artisti.
C’è un Palazzo in Italia, in particolare, capace di racchiudere tutto questo. Nel corso dei secoli è divenuto, oggi, un autentico monumento sontuoso in grado di farci rivivere gli sfarzi dei signori di un tempo e, soprattutto, l’imponenza dell’arte di artisti, scultori, architetti. E’ il Palazzo Te di Mantova, una antica dimora commissionata all’artista Giulio Romano dalla famiglia Gonzaga.
Ecco perché è l’affresco più bello d’Italia
Il Palazzo, oggi, è interamente visitabile ed al suo interno si possono ancora ammirare le opere artistiche conservate negli anni e, soprattutto, i suoi affreschi. E’ qui, infatti, che, forse, si conserva l’affresco più bello d’Italia. L’antica villa commissionata da Federico II Gonzaga, marchese di Mantova, era il luogo destinato alle vacanze, all’ozio, ai momenti in cui la famiglia nobile avrebbe potuto riposare e rilassarsi in pace.
L’artista chiamato a progettare e realizzare l’intera opera Giulio Romano scelse il lago Paiolo, il Palazzo, infatti, prende il nome dall’isolotto del Te esistente prima che il lago fosse bonificato. Il 1525 è l’anno che vide l’inizio dei lavori che durano per una decina di anni, la dimora, infatti, viene consegnata il 1535. Dieci anni, quindi, per consegnare quella che può essere considerata in tutto e per tutto un’autentica villa romana per sfarzo ed imponenza nella quale l’artista non ha lesinato sulla pittura e sugli affreschi.
Oggi, in questa villa, infatti, si trovano i maggiori capolavori artistici di tutto il mondo. Ci sono delle intere stanze a tema a cui sono state dedicate, ovviamente, intere mura affrescate. La Sala dei cavalli, ad esempio, interamente affrescata riproduce i ritratti dei cavalli della famiglia Gonzaga. Quello che, però, deve aver lasciato i Gonzaga senza fiato, cosa che accade ancora oggi a tutti i turisti ed i visitatori del palazzo, è senza ombra di dubbio la Sala dei giganti.
Tra Raffaello e Michelangelo
In questa sala, infatti, Giulio Romano ha dipinto pareti e soffitto come se fossero una unica immensa tela, il risultato di chi si trova all’interno di questa stanza è surreale, uno spazio in cui cielo e terra si fondono davanti agli occhi dello spettatore sommerso da una miriade di sensazioni in grado di avvolgerlo da ogni parte. Giulio Romano, del resto, non a caso era uno degli allievi e poi uno dei principali collaboratori di Raffaello. L’artista, però, grazie al suo talento ed alla sua fantasia seppe anche guardare oltre lo stile e gli insegnamenti del suo maestro facendosi contaminare da Michelangelo, i risultati sono strabilianti.
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