Marta Fascina: «Ci sarò per la legge di Bilancio, ma non ho superato il lutto»

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«Solo chi ha provato un amore così genuino può comprendere il mio stato d’animo. Ha lasciato un vuoto incolmabile. Non ho superato il lutto ma tornerò in Parlamento per la legge di bilancio». Sono le parole di Marta Fascina, riportate nella prima intervista rilasciata dopo la morte di Silvio Berlusconi, al Corriere della Sera.

L'ultima compagna di Silvio Berlusconi, Marta Fascina, ha rilasciato un'intervista al Corriere della Sera in cui ha affermato che rientrerà in Parlamento.
Barbara, Pier Silvio e Marina Berlusconi, con Marta Fascina (Imagoeconomica).

La precisazione dell’esponente di Forza Italia fa riferimento alle richieste di Paolo Berlusconi e di altri parlamentari di tornare in Parlamento. «Paolo mi vuole un gran bene e le sue parole denotavano solo una sincera preoccupazione per il mio stato d’animo. So bene che grava su di me una grande responsabilità nei confronti degli italiani che mi hanno votata. Tornerò presto alla Camera per onorare il mandato ricevuto. Sicuramente prima delle votazioni sulla legge di Bilancio, che è la legge più importante».

«Forza Italia anima fondatrice del centrodestra»

Fascina, che ha spiegato di essere entrata in politica «per amore del mio Silvio» e naturalmente «condividendo appieno la sua visione della società e del mondo», ha fatto sapere che continuerà a lavorare come deputato «nel solco degli insegnamenti e delle volontà che ci ha lasciato. Una missione che Forza Italia non appalterà ad altri soggetti politici; il centro è solo Forza Italia, anima fondatrice del centrodestra, perno del governo ed in generale dell’intero assetto politico italiano. Senza Silvio Berlusconi non sarebbe mai esistito e non esisterebbe in futuro il centrodestra in Italia».

Marta Fascina e Silvio Berlusconi (Imagoeconomica).

«Ho perso l’uomo della mia vita»

Una perdita, quella di Silvio Berlusconi, che Fascina descrive così: «È il mondo intero ad aver perso un uomo straordinario, un grande statista, il capo di governo italiano più longevo nonché leader di G7 e G8, il fondatore del centrodestra, colui che ha impedito nel 1994 ai comunisti di arrivare al potere. Io invece ho perso l’uomo della mia vita, colui che mi ha regalato incondizionatamente e quotidianamente gioia e amore». Sul Ponte sullo Stretto, ha aggiunto che sarebbe giusto chiamarlo “ponte Silvio Berlusconi”, come «proposto dal sottosegretario Tullio Ferrante».

La “troppa influenza” e la replica

Agli esponenti di Forza Italia che, durante Report, hanno parlato anonimamente della “troppa influenza” che la compagna avrebbe esercitato su Berlusconi risponde: «È stato coinvolto un presunto parlamentare di Forza Italia per dichiarare falsità e gettare fango su un’intera comunità politica. Penso che le interessate fonti della trasmissione non abbiano danneggiato solo me, ma la memoria del presidente e quella che dovrebbe essere la nostra comune casa politica. Chi ha conosciuto Silvio Berlusconi sa bene che ascoltava tutti, con umiltà, salvo decidere in piena autonomia. Dunque, la notizia di presunte mie influenze sul presidente è talmente ridicola che non meriterebbe neppure una smentita».

«Non si è mai pronti alla morte»

Alla domanda se Berlusconi fosse consapevole di essere arrivato alla fine ha risposto dicendo: «Non si è mai pronti alla morte. Non lo era lui, come dimostra anche il fatto di aver lavorato fino agli ultimi istanti della sua vita. Preparava la sua candidatura per le Europee, in tutte le circoscrizioni; sentiva e riceveva dirigenti di partito, alleati, amici di una vita; esponeva le sue argomentazioni sulla drammaticità dei focolai di guerra sparsi nel mondo. In più verificava quotidianamente l’andamento delle aziende e si occupava di politica estera, la sua grande passione». Nei momenti di sconforto, prosegue «ascolto le tante canzoni d’amore che il mio Silvio era solito dedicarmi ed intonare. Tra le tante cose, è stato anche un abile compositore di canzoni, ne ha scritte ben 130. Ma al di là della musica, ciò che mi fa compagnia è il ricordo di ogni istante trascorso insieme».

«Giambruno? Affettuosa vicinanza alla premier»

Sul caso Giambruno, ha spiegato di nutrire «sincera stima per il presidente Meloni, come donna, come politico, come premier», aggiungendo che «si tratta di una questione personale, familiare su cui posso solo, da donna, manifestare al presidente Meloni la mia totale ed affettuosa vicinanza».

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