Vigilia con sorprese dell’assemblea di Mediobanca del 28 ottobre, che dovrà rinnovare il consiglio di amministrazione. La cui lista, che riconferma Renato Pagliaro e Alberto Nagel alla guida dell’istituto, si confronterà con quella presentata da Delfin, la finanziaria della famiglia Del Vecchio che detiene il 20 per cento del capitale. E mentre ci si interroga cosa faranno i Benetton del loro pacchetto di voti, ecco spuntarne un altro dell’1 per cento che – a darne notizia è Il Sole 24 Ore – fa capo ai due imprenditori Giulio Gallazzi (è in molti cda pesanti, da Mediaset a Tim a Danieli e Banca del Fucino) e Bernardo Vacchi, titolari rispettivamente di Sri Group, holding che investe soprattutto in piccole e medie aziende italiane, e di FinVacchi, uno dei principali family office italiani, che tra gli altri controlla Boato International (società leader mondiale nella produzione di macchine per la produzione di membrane bituminose). Mistero però su dove i due indirizzeranno le loro preferenze. L’1 per cento sembra poca cosa, ma in una guerra dove le parti si fronteggiano all’ultimo voto, e insieme al novero dei piccoli pacchetti fuori dai due grandi schieramenti, può risultare decisivo nel far pendere l’ago della bilancia verso uno o l’altro dei contendenti. C’è dunque molta attesa per vedere come andrà a finire: se vince la lista del consiglio, tutto resta come prima per altri tre anni e gli sfidanti avranno diritto a due posti in cda. Se vince quella di Delfin saranno cinque i suoi rappresentati a entrare nel board.
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