«Israele si sta preparando per l’invasione di terra a Gaza ma non dirò come e quando. Ci sono considerazioni che non sono note al grande pubblico. La data dell’ingresso nella Striscia sarà decisa dal Gabinetto di guerra». Sono le parole del premier Benyamin Netanyahu pronunciate nel suo discorso alla nazione nella serata di mercoledì 25 ottobre. «Ci sono circa 200 ostaggi nelle mani di Hamas» – ha aggiunto – «stiamo facendo tutto il possibile per riportarli a casa». E ancora: «Il 7 ottobre è stato un giorno nero. Chiariremo tutto quello che è successo. Tutti dovranno dare spiegazioni per quell’attacco, a cominciare da me. Ma solo dopo la guerra. Il mio compito ora è quello di guidare il Paese in guerra fino alla vittoria».
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הצטרפו לשידור החי: ראש הממשלה בנימין נתניהו בהצהרה לתקשורת, מהקריה בתל אביב. https://t.co/9csrPVz3RG
— ראש ממשלת ישראל (@IsraeliPM_heb) October 25, 2023
Biden: «Non ho chiesto a Israele di rinviare l’invasione»
Il presidente americano Joe Biden, in una conferenza stampa alla Casa Bianca, ha affermato di non aver chiesto a Israele di ritardare l’invasione di Gaza. «La rabbia di Israele dopo gli atroci attentati è comprensibile, Israele ha il diritto e il dovere di difendersi e noi faremo in modo che abbia gli strumenti necessari» ha affermato, aggiungendo: «È anche vero che Hamas non rappresenta il popolo palestinese». Biden ha poi ribadito l’invito ad Israele ad agire «in conformità con le leggi di guerra» sottolineando che gli attacchi dei coloni israeliani contro i palestinesi in Cisgiordania devono «fermarsi ora». Il presidente Usa, che ha espresso dei dubbi sul «numero dei morti che i palestinesi stanno fornendo», ha anche avvertito l’Iran che se continuerà ad attaccare truppe americane in Medio Oriente, gli Stati Uniti «reagiranno». Questo, ha concluso, «è il mio avvertimento all’ayatollah».
Happening Now: President Biden holds a joint press conference with Prime Minister Anthony Albanese of Australia. https://t.co/abk6VdADQi
— The White House (@WhiteHouse) October 25, 2023
Macron: «Operazione di terra a Gaza sarebbe un errore»
Prima di decollare dal Cairo, dove ha incontrato il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi, il premier francese Emmanuel Macron ha così dichiarato: «Se si tratta di un intervento massiccio che mette in pericolo la vita delle popolazioni civili, allora penso che sia un errore perché non protegge Israele a lungo termine e perché non è compatibile con il rispetto per le popolazioni civili, il diritto internazionale umanitario e persino le regole di guerra».
Nous devons collectivement tout faire pour éviter l’escalade, bâtir une initiative de paix et de sécurité, traiter les causes de ce que nous vivons.
Je salue l’engagement de l’Égypte, en particulier sa mobilisation pour les populations de Gaza. À ses côtés, la France s’engage. pic.twitter.com/Rr7N497Nzr
— Emmanuel Macron (@EmmanuelMacron) October 25, 2023
«Oltre metà degli ostaggi è cittadino straniero»
Il governo israeliano ha inoltre reso noto che oltre la metà dei 220 ostaggi che si stima siano nelle mani di Hamas hanno cittadinanza straniera e provengono da 25 Paesi differenti. Nello specifico, tra gli ostaggi ci sono 54 cittadini thailandesi, 15 argentini, 12 tedeschi, 12 americani, 6 francesi, 6 russi e 5 nepalesi. Si ritiene che molti abbiano la doppia nazionalità israeliana, ma alcuni, come i thailandesi e i cinque ostaggi nepalesi, quasi certamente no. In Israele, i lavoratori provenienti dalla Thailandia sono circa 30 mila e sono impiegati soprattutto nel settore dell’agricoltura. Sempre secondo quanto riferito dal governo israeliano, dopo l’attacco del 7 ottobre sono morte o risultano disperse 328 persone provenienti da 40 Paesi.
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