Un paesaggio che sembra una cartolina, ma che, in realtà, esiste ed è possibile visitare in qualsiasi momento dell’anno.
Un posto d’incanto, un luogo ricco di natura e di storia. Si trova in Toscana, nella provincia di Siena. Nella campagna della Val d’Orcia, a nord – est del Monte Amiata e molto vicino al confine con l’Umbria. Ed è attraversato dal fiume Orcia.
Offre, non solo un paesaggio da cartolina, ma anche piccoli borghi di origine medievale, due dei quali molto famosi come Pienza e Montalcino. La caratteristica di questa zona, oltre al cibo, ai salumi senesi, al pecorino, al Brunello di Montalcino, è data dalla presenza di molti cipressi.
In realtà sono presenti in gran parte della Toscana. Furono importati dall’Asia molti secoli prima di Cristo. È una pianta spesso ritratta anche da pittori ed artisti che lo hanno fatto diventare un elemento caratteristico. Si trova spesso lungo le strade e come confine di proprietà dei poderi.
Naturalmente, al gruppo di cipressi delle colline della Val d’Orcia sono legate molte leggende. Sembrerebbe, invece, che la sua storia sia legata al roccolo di caccia. Cioè un boschetto che veniva creato dai cacciatori per attirare gli uccelli.
Leggenda greca
Si diffusero in gran parte nel ‘700, non solo in Toscana, ma anche in Lombardia e in Veneto. Fino al 1968 venivano utilizzati per la cattura degli uccelli con le reti, una pratica poi vietata con la legge 799/1967.
Il cipresso come albero trova origine nella leggenda greca di Ciparisso. Il Dio del sole Apollo si era invaghito della bellezza di questo giovane. Ciparisso aveva un compagno fedele, un cervo addomesticato.
Un giorno, mentre si esercitava con l’arco, colpì a morte il suo cervo. La sua disperazione fu tale che chiese egli stesso di morire. Apollo, commosso da tutto questo dolore, lo trasformò in un albero che venne poi chiamato cipresso.
Questo è rimasto, da allora, il simbolo del lutto e dell’accesso all’eternità. Spesso, infatti, alle entrate dei cimiteri ci sono molti cipressi. In Val d’orcia ne esistono due gruppi in particolare. Il primo forma un piccolo e folto boschetto.
Mentre il secondo si trova lungo una strada bianca sterrata. Una valle resa sicuramente famosa da questa particolarità, ma è anche un luogo artistico e culturale. Dal 2004 è stata riconosciuta patrimonio mondiale dell’umanità.
Paesaggio da film
Questo grazie allo stato di conservazione e al panorama. La sua bellezza e particolarità ha portato molti registi di rilevanza internazionale ad ambientare i loro film. Tra questi basti ricordare “Il gladiatore” di Ridley Scott o “Il paziente inglese”.
Ma anche molti film italiani, L’ultimo in ordine di tempo risale al 2020 e ed è il film “Tutti per 1-1 per tutti”. Una commedia di Giovanni Veronesi con Pierfrancesco Favino, Rocco Papaleo, Valerio Mastandrea, Margherita Buy e Giulia Michelini.
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