Non solo gli Stones, i big della musica che battono il tempo

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Il mondo intero sembra essersi stupito della vitalità che gli ottuagenari Rolling Stones hanno saputo tirare fuori nella loro ultima fatica discografica, Hackney Diamonds, uscito pochi giorni fa. La prova provata che il rock è vivo e vegeto, e con loro Mick, Keith e soci, assai più arzilli di quanto l’anagrafe e una vita non esattamente nei canoni del salutismo avrebbe potuto far prevedere.

Non solo gli Stones, i big della musica che battono il tempo
I Rolling Stones (Getty Images).

Dai Depeche Mode agli U2, le vecchie glorie che non mollano

In realtà sembra che il rock, o comunque lo stare sopra un palco a suonare e cantare, sia qualcosa di molto simile all’elisir di lunga vita, o quantomeno qualcosa in grado di tenere lontano cadute di spirito e di fisico. Perché a guardare un po’ quel che succede nel mondo in giro per stadi, palasport e arene più o meno grandi, sembra proprio che ci sia una sorta di super-potere di cui molti rockettari sono in possesso: la capacità di andare contro il tempo, non dico ringiovanendosi come il Benjamin Button dell’omonimo film, ma sicuramente procedendo anno dopo anno con energie che solitamente sfuggono di mano ai loro coetanei. Questo ovvio vale per chi a quella vita non esattamente salutista è sopravvissuto, perché come noto molti sono i rockettari caduti sul campo. Ma di fatto, a fianco dei già citati Rolling Stones, tanti sono gli artisti impegnati in tour mondiali che, sulla carta, sfiancherebbero anche un ventenne. Pensate ai Depeche Mode, rimasti in due dopo la morte di Andy Fletcher, sono ripartiti e non sembrano intenzionati a fermarsi, verso l’orizzonte e oltre, come Buzz. O i Duran Duran. Pensate a Bruce Springsteen, che dopo aver annullato alcune tappe del suo ultimo tour mondiale è già lì che scalpita, l’estate prossima potremo vederlo in due date a San Siro incastrate tra centinaia di altre date in giro per il mondo. Pensate a Bob Dylan, il cui tour è tecnicamente iniziato a metà degli Anni 60 e che non ha mai lasciato troppi mesi tra un concerto e l’altro, figuriamoci se può fare eccezione il 2023 o il 2024. O pensate agli U2, che sono partiti per un mese di residency allo Sphere di Las Vegas e ci hanno preso talmente gusto da aver già raddoppiato la posta, nel mentre tirando fuori anche una versione ambient di Achtung Baby, che lì in Nevada stanno proponendo in una sorta di celebrazione per il trentennale saltata nel 2021 causa Covid.

Direttamente dagli Anni 90 i The Corrs e le boyband, dai Blue alla reunion degli Nsync

Alla lista si aggiungono i The Corrs, band irlandese che ha intrapreso il periplo del mondo andando a riproporre una musica che negli Anni 90 andava per la maggiore, e che oggi, evidentemente, continua a incontrare il plauso del pubblico pagante. Pubblico pagante che ha bruciato nel giro di poche ore anche i biglietti del tour di reunion dei Blue, boyband attiva nello stesso periodo, così come quella dei Backstreet Boys, idem, e anche degli Nsync di Justin Timberlake tornati insieme dopo quasi 20 anni con il singolo Better Place.

Non solo gli Stones, i big della musica che battono il tempo
Gli Nsync: Joey Fatone, Lance Bass, Justin Timberlake, JC Chasez e Chris Kirkpatrick (Getty Images).

Roger Waters e Paul McCartney, fresco di Now and Then, ancora in pista

Si può continuare con Roger Waters, ormai in giro in una sorta di neverending tour di dylaniana memoria, così come per Paul McCartney, che superati gli 80 e perso un tour causa Covid, è di nuovo in pista, fresco anche della pubblicazione del discutibile singolo Now and Then, uscito a nome Beatles e inciso con l’ausilio dell’Ia.

Boomer a chi?

Anzi, a dirla tutta, visto che in giro ci sono anche altre vecchie glorie, dai Beach Boys, in tour insieme con i Chicago, ai Grateful Dead, in giro per Usa e Canada come loro abitudine, dai Jefferson Starship, in sostanza quel che resta dei Jefferson Airplane, idem, ai Jethro Tull di Ian Anderson, e ai Deep Purple (assenti giustificati i quasi 80enni Aerosmith, a causa degli acciacchi di Steven Tyler), sembrerebbe quasi di essere stati proiettati attraverso una macchina del tempo, tipo il Tardis di Doctor Who, nel passato, come se di colpo dovessimo aspettare trepidanti il cartellone del prossimo Festival dell’Isola di Wight o di Monterey. Certo, ovviamente si sono persi alcuni personaggi, nessuna delle band in questione può vantare la formazione originale, a causa di defezioni e morti, neanche gli stessi U2 sono al completo con Larry Mullen Jr momentaneamente fuorigioco a causa di un malanno, ma i nomi che campeggiano sui manifesti fuori da stadi, arene e palasport sono sempre quelli, tenuti in vita dai superstiti che non hanno alcuna intenzione di mollare. Anche perché le aspettative di vita si stanno allungando, cambiamenti climatici permettendo, e il numero di persone che possano aver piacere di assistere al concerto di una vecchia gloria si fanno sempre maggiori di quelli che vogliono andare a vedere l’ultimo trapper del momento, ragazzini che presumibilmente ancora non lavorano e faticherebbero a permettersi biglietti sempre più costosi. Quindi bando alle creme antirughe, il rock è il solo rimedio alla decadenza fisica dovuta all’età, e a dirla tutta anche all’ageismo, perché di fronte a un 80enne che canta e balla come un pazzo sul palco nessuno potrà mai dire una frase come «Ok, boomer!» senza correre il rischio di finire sommerso dalle risate degli altri vecchietti presenti.

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