Dopo El Niño, fenomeno climatico periodico che provoca un considerevole riscaldamento delle acque dell’Oceano Pacifico, secondo gli esperti c’è la Niña, una condizione opposta che comporta un raffreddamento anomalo dell’acqua del Pacifico con conseguenti cambiamenti climatici che coinvolgono vari Paesi e non di meno anche l’Italia e che potrebbe avere effetti imprevedibili.
Di certo si tratta di un transito di acqua fredda che, secondo le previsioni del Climate Prediction Center della NOAA, potrebbe avere ripercussioni anche sulle condizioni meteo del prossimo autunno e inverno. A preoccupare gli esperti è il rischio che di formazioni di uragani, soprattutto nel bacino del centro Atlantico, con un impatto più durevole e conseguenze più evidenti nelle Americhe.
I timori per agricoltura e infrastrutture
La Niña, sempre secondo gli esperti, può avere ripercussioni anche sull’agricoltura, danneggiando i raccolti e anche le risorse idriche e mettendo, quindi, in pericolo, anche la sicurezza alimentare, con diminuzione della produzione e aumento dei prezzi. Ma anche le infrastrutture potrebbero essere coinvolte da questo fenomeno. Eventi meteorologici estremi rischiano, infatti, di provocare danni a strade, ponti, abitazioni…
Gli effetti anche sul Mediterraneo
Se fino a qualche tempo fa si trattava di eventi climatici che coinvolgevano solo gli Oceani, oggi coinvolgono anche il Mediterraneo e, quindi, anche l’Italia. A creare tensione è l’imprevedibilità meteorologica che non consente di fare previsioni sicure e il possibile arrivo di precipitazioni che si presentano in modo irregolare anche con forti intensità.
La paura di eventi estremi: nubifragi e alluvioni
Quel che maggiormente crea apprensione da parte dei meteorologi è la possibilità che questa situazione comporti eventi estremi come nubifragi o anche alluvioni lampo. A fronte di un’estate di caldo torrido sono le previsioni dei mesi più freddi a far temere. Seppure non è dato ancora sapere quali saranno gli sviluppi nei prossimi mesi gli esperti stanno studiando dinamiche e sviluppi per cercare di adottare misure idonee a far fronte alle eventuali situazioni che si prospetteranno. Uno studio che vuole cercare di dare risposte al cambiamento climatico in atto per cercare di ridurre al massimo le conseguenze negative e, ove possibile, di trarre benefici, magari anche incrementando le risorse idriche dove è possibile.
Quali sono i territori più a rischio
A risentire maggiormente della situazione potrebbero essere gli Stati Uniti, dove nella parte settentrionale potrebbero registrarsi temperature più rigide, mentre in quella meridionale un persistente caldo. Per quanto siano in corso verifiche utili alle previsioni, bisognerà aspettare ancora un po’ prima di poter avere un quadro più chiaro di quale sarà la situazione nei prossimi mesi. Al momento anche gli esperti possono solo formulare ipotesi.
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