Certe interviste, a riguardarle oggi, paiono un film distopico. Dopo l’esplosione del caso Giambruno, con i fuorionda di Striscia e il post con cui Giorgia Meloni ha scaricato il compagno e padre di sua figlia Ginevra, è tornata in circolazione una vecchia intervista della leader di FdI a Belve di Francesca Fagnani. Era il 2018 e l’attuale premier ammetteva candidamente di essere una persona «molto gelosa». Di più. Aveva pure confessato di controllare il telefono del fidanzato.
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Quando Meloni scherzando si diceva pronta a chiedere aiuto all’amico Salvini al tempo ministro dell’Interno
L’arrivo a Palazzo Chigi era allora quasi inimmaginabile, ma al governo Meloni poteva contare sull’alleato e amico Matteo Salvini, ministro dell’Interno. E così Giorgia ostentava una certa sicurezza spiegando che se, necessario, avrebbe persino fatto ricorso alle forze del Viminale per scoprire eventuali tradimenti. Di più: Parlando della quasi genetica propensione alle corna degli uomini e della loro incapacità di conservare i segreti aggiungeva: «Loro non sono capaci, facciamo un corso di formazione… è impossibile non beccarli. Cioè se hanno fatto qualcosa di male, tu lo sai. Perché proprio non lo sanno fare». E anche se il malcapitato provava a cancellare dal cellulare le prove non avrebbe avuto scampo: «Loro pensano “Io cancello l’sms e ho risolto…”. Bello mio, ma io comincio a farti tutta la ricerca, le telefonate fino alla settimana prima, tutte le foto…». Oppure «chiamo i servizi segreti…», diceva ridendo. «Lo dico al ministero dell’Interno, si chiama Matteo Salvini… “Matteo scusa, mi servirebbero ‘sti tabulati”». Strategie che però evidentemente non si sono rivelate efficaci. Anzi, che sono crollate davanti a un paio di fuorionda.
Ipse dixit…#Giambruno #Meloni pic.twitter.com/IJcxUDe1Qz
— Rudi De Fanti (@rudi_de_fanti) October 23, 2023
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