Lo Screen actors guild, il sindacato che rappresenta gli attori di Hollywood attualmente in sciopero, ha rifiutato la «migliore e ultima» proposta degli Studios sulle misure da inserire nel nuovo contratto. Continua quindi la protesta degli attori che sta bloccando le produzioni di film e serie televisive da quasi quattro mesi.
I nodi ancora da sciogliere
Le due parti non sono riuscite a trovare un accordo sull’utilizzo dell’intelligenza artificiale, sulla spartizione dei profitti derivanti dallo streaming sulle piattaforme digitali e in generale sull’aumento degli salari. Sabato 4 novembre, il sindacato ha dichiarato di stare esaminando la proposta dell’Alleanza dei produttori cinematografici e televisivi, descritta come la «migliore e ultima offerta». I membri dell’Alleanza includono colossi come Disney, Netflix, NBCUniversal, Paramount, Sony e Warner Bros. Secondo quanto riferisce Hollywood reporter, l’ultima offerta dello studio rifiutata dagli attori includeva offerte sull’intelligenza artificiale, aumenti salariali e un bonus di streaming basato sul successo, piuttosto che la quota di compartecipazione alle entrate inizialmente richiesta dal sindacato.
Concerns about AI taking jobs are under the spotlight in the current strike by Hollywood actors seeking to prevent their replacement by AI technology. Addressing an event hosted by @UNESCO, the actors’ chief negotiator called for protecting artistic creations: pic.twitter.com/4mAw7s30AV
— UN News (@UN_News_Centre) November 1, 2023
Lo sciopero è costato finora 6 miliardi di dollari all’economia
Lo Screen actors guild rappresenta circa 160 mila artisti. Gli attori al di sotto delle alte sfere di Hollywood affermano che è diventato quasi impossibile guadagnarsi una vita dignitosa, poiché le strutture salariali di lunga data non sono riuscite a tenere il passo con l’inflazione e i cambiamenti del settore causati dall’arrivo delle piattaforme di streaming. Lo sciopero, che si aggiungere a quello degli sceneggiatori durato 148 giorni e conclusosi a settembre, è costato all’economia della California circa 6 miliardi di dollari.
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