Siccità, sensazionale ritrovamento: riaffiorano dei resti risalenti a 100 milioni di anni fa

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La siccità di questa estate è stata la più terribile registrata nell’ultimo mezzo secolo. Le acque prosciugate di fiumi e laghi hanno riportato in superficie tracce che raccontano la storia: dalle orme dei dinosauri in Texas agli altri ritrovamenti in tutta Europa.

Siccità
Siccità – viaggi.nanopress.it

I dati dell’Osservatorio Globale sulla Siccità parlano chiaro: lo scorso agosto ben il 47% dell’Europa è stata vittima della peggiore siccità degli ultimi 500 anni.

Anche nel resto del mondo la situazione non è delle migliori. Lo scorso 11 maggio, in occasione della Giornata della siccità, un rapporto delle Nazioni Unite ha dimostrato come nel corso degli ultimi 20 anni il numero e la durata delle siccità siano aumentati del 29% e abbiano rappresentato la causa della maggior parte dei disastri naturali.

Mai come quest’anno il livello delle acque era sceso così tanto, a tal punto da riportare in superficie tracce della storia passata.

Siccità, dal fiume Paluxy in Texas affiorano orme di dinosauro

Il caldo record che ha letteralmente prosciugato laghi e fiumi ha anche fatto riaffiorare reperti importantissimi appartenenti a diverse epoche storiche.

In Texas, all’interno del Dinosaur Valley State Park, il fiume Paluxy è stato uno di quei corsi d’acqua messi a dura prova dalle temperature vertiginose. Il suo letto ha portato alla luce tracce sensazionali che hanno a che fare con i primi e antichissimi abitanti della Terra.

Le tracce ritrovate sul fondale sembrerebbero appartenere a due specie di dinosauri estinti e vissuti circa 113 milioni di anni fa: l’Acrocanthosaurus atokensis e il Sauroposeidon proteles.

Si tratta di due esemplari dalla dieta opposta, il primo carnivoro e il secondo erbivoro, entrambi appartenenti al periodo tra il Triassico superiore e il Cretacico superiore.

Le impronte riaffiorate rendono perfettamente l’idea delle mastodontiche dimensioni di questi due animali dalle zampe fornite di grossi artigli: l’Acrocanthosaurus atokensis sarebbe stato alto all’incirca 4 metri e avrebbe potuto pesare anche 7 tonnellate, mentre il Sauroposeidon proteles avrebbe raggiunto i 18 metri d’altezza e le 44 tonnellate di peso.

L’odierno letto del fiume doveva essere un tempo un’area molto fangosa nei pressi di un antico oceano.

Non solo disastri, quindi: questa grande e importantissima scoperta è stata resa possibile solo dal ritiro delle acque. La stessa Stephanie Salinas Garcia, portavoce del Texas Parks and Wildlife Department, ha affermato:

«Dal punto di vista paleontologico, questa siccità ci ha fatto un regalo».

Con l’arrivo delle piogge, le impronte torneranno a essere sepolte dall’acqua e dalla sabbia del fiume e continueranno a essere protette in primo luogo dalla stessa natura che le ha ricoperte e in secondo luogo dai paleontologi che hanno assicurato che faranno di tutto per preservarle al meglio.

Siccità, i ritrovamenti riaffiorati in tutta Europa

Anche in Europa la siccità ha fatto riaffiorare pezzi di storia dalle acque. L’estate del 2022 è sicuramente stata la stagione con la siccità più alta mai registrata da 500 anni a questa parte nel nostro Continente. Lo confermano anche le immagini immortalate dal satellite Sentinel 2 della missione spaziale Copernicus: in poco più di un mese, dal 1° luglio al 31 agosto, moltissime regioni hanno cambiato colore passando dal verde acceso simbolo della natura rigogliosa a un marrone arido e molto preoccupante.

Dalla flotta di Hitler alle inquietanti Pietre della fame

In Serbia, le acque del fiume Danubio hanno fatto riemergere oltre 20 carcasse di navi naziste appartenute alla flotta di Adolf Hitler e affondate nel 1944 durante la Seconda Guerra Mondiale. Si pensa che possano ancora contenere esplosivi e munizioni. Il governo serbo sta procedendo alla rimozione visto il possibile pericolo che rappresentano e il loro intralcio alla navigazione.

In Spagna il prosciugamento del fiume Tago ha fatto riaffiorare un monumento megalitico del 5.000 a.C., il Dolmen di Guadalperal (spesso paragonato al complesso di Stonehenge), scoperto nel 1926 dagli archeologi durante un periodo di secca.

In Catalogna è invece riemersa una chiesa sommersa appartenente all’antico villaggio romanico di Sant Romà de Sau. Il villaggio, abitato fino a mille anni fa circa, è stato sommerso dalle acque della diga di Sau degli anni ’60.

Il Reno e l’Elba, in Germania e in Repubblica Ceca, hanno riportato alla luce le cosiddette pietre della fame, rocce che indicavano il livello dell’acqua durante periodi di siccità del passato e incise con delle scritte. Una di queste, risalente forse al XIV secolo recita: «Se mi vedi, piangi»: un segnale da parte della natura che fa davvero riflettere.

Siccità, pietre della fame
Siccità, pietre della fame – viaggi.nanopress.it

Anche l’Inghilterra sta osservando con i propri occhi gli effetti della siccità: per la prima volta infatti molte zone del Tamigi sono andate in secca. Tra gli altri affioramenti, sia in Europa sia nel mondo, troviamo anche:

  • un’antica chiesa a Derwent, in Inghilterra, un villaggio sommerso intorno agli anni ’40;
  • i villaggi di Portomarìn e di Aceredo, sommersi e poi abbandonati in Portogallo;
  • tratti dell’Isola Margherita nei pressi di Budapest, in Ungheria, dove le acque del Danubio si sono abbassate di circa un metro e mezzo;
  • vecchi cimeli, rottami d’aerei e resti umani dai ghiacciai in Svizzera;
  • sandali romani, frecce risalenti a 1.300 anni fa e una tunica di lana dell’Età del Ferro in Norvegia.

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