Quando ci si chiede quanti anni ha l’universo si risponde sempre 13,7 miliardi di anni, eppure una teoria rivoluzionaria sostiene di no. Il teorico fisico che l’ha avanzata parla di luce stanca degli oggetti stellari e di altre teorie che riaprono il dibattito sul tema dell’età del nostro universo.
Cosa sarebbe il trucco della luce dell’universo che cambierebbe completamente l’età del cosmo. La teoria è del fisico Rajendra P. Gupta dell’Università di Ottawa, in Canada. Chi dava per certo che l’universo avesse 13,7 miliardi di anni dovrà rimettersi in discussione.
Quanti anni ha l’universo
L’universo è pieno di misteri che probabilmente non scopriremo mai, ma sono davvero tanti gli studiosi che dedicano tutta la vita alla ricerca di risposte alle loro domande. Una di questa è come sono i confini dell’universo? E questo video mostra come sarebbero. Un’altra è invece quanti anni ha l’universo? Fino a oggi si pensa che l’universo avrebbe circa 13,7 miliardi di anni, eppure una teoria davvero rivoluzionaria avrebbe rifatto i calcoli. La riporta anche Il Sole 24 Ore, in un articolo ostico per i non addetti ai lavori, che riporta in sintesi quanto espresso da questo fisico che è finito al centro dell’attenzione.
La teoria è stata avanzata dal fisico Rajendra P. Gupta dell’Università di Ottawa, in Canada. L’uomo avrebbe rivelato quella che secondo lui sarebbe la reale età dell’universo e allo stesso tempo avrebbe anche spiegato il perché. Di seguito vi spieghiamo cosa sosterrebbe l’esperto, che riapre il dibattito sull’età dell’universo. In generale, si apre il discorso sulle origini del cosmo, che porta con sé tantissimi misteri che sarà davvero difficile svelare.
Cos’è il trucco della luce
In base a quanto rivelato dallo studioso, l’universo avrebbe circa 26,7 miliardi di anni, praticamente il doppio dell’età fino a oggi accettata da tutti. La sua teoria sarebbe confermata anche da osservazioni sperimentali catturate da telescopi davvero avanzati. Molti studiosi infatti non saprebbero spiegarsi come mai oggetti stellari lontanissimi apparirebbero eccessivamente maturi per essersi creati in un periodo relativamente breve.
Ed è proprio in questo contesto che interviene il fisico, sostenendo che, infatti, quegli stessi oggetti stellari si sarebbero formati molto tempo prima. C’è poi l’ipotesi della luce stanca, che sosterrebbe che gli oggetti avrebbero perso luce nella loro corsa all’interno dell’universo. Per altri astrofisici, questa luce stanca sarebbe dovuta semplicemente all’espansione cumulativa dello spazio. Insomma, sono tante le ipotesi in ballo e quella della luce stanca, che il già citato fisico chiama “costanti di accoppiamento covarianti più luce stanca” ritorna oggi per ricalcolare l’età dell’universo. Chissà se si sentirà ancora parlare di questa teoria, specialmente quando il progresso tecnologico sarà avanzato ancor di più e consentirà il reperimento di informazioni più certe.
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