A Taranto uno straordinario ritrovamento sul mondale marino: si tratta di un’imbarcazione affondata circa duemila anni fa
Per anni mare di Taranto ha custodito un segreto, o per meglio dire si è preso cura di un tesoro prezioso fino allo straordinario ritrovamento.
Un ritrovamento straordinario sui fondali marini di Taranto
Sin dall’antichità il Mar Mediterraneo è stata una via di passaggio molto affollata con navi romane, bizantine, arabe, impegnate in traffici commerciali ed anche in situazioni belliche. Ecco che allora immaginare questi fondali pieni di tesori non pare troppo strano. Ed infatti c’è una notizia recente che racconta come al largo della città di Leporano un sub abbia trovato dei resti di una nave affondata migliaia di anni fa. Leporano è una città con un certo patrimonio storico, ed è proprio qui che Fabio Matacchiera, sommozzatore e ambientalista ha individuato i ruderi di un relitto risalente all’epoca romana. Al ritrovamento non sono mancati foto, video e materiale adatto per essere analizzato.
Tra i resti è stata trovata l’ancora della nave, ma anche tutto il suo carico, più centinaia di tegole e di oggetti e lo stato delle cose ha fatto subito pensare che l’imbarcazione sia affondata con tutto ciò che trasportava tanto che i beni sono stati ritrovati nella sabbia e nelle rocce. Questa scoperta va ad aggiungersi ai recenti ritrovamenti come quello di Grado, dove anche lì sono emersi i resti di una nave antica dell’epoca romana.
L’analisi degli esperti
Ovviamente tutto ciò che è stato trovato è finito nelle mani degli archeologi che hanno iniziato un’attenta analisi. Le prime ipotesi sostengono che l’imbarcazione appartenga al periodo romano imperiale tra il I e il IV secolo, quando il trasporto era quasi esclusivamente via mare. È stato inoltre affermato direttamente dal professor Lazzarini che un ritrovamento simile fu già segnalato nella baia di Saturno e che usare la navi permetteva più sicurezza ma soprattutto la possibilità di trasportare carichi molto più pesanti rispetto ad un carro. Purtroppo lo scirocco è stato complice di questi naufragi.
Alle parole del professor Lazzarini si sono aggiunte quello dello stesso sub che ha ritrovato il tesoro sul fondale il quale ha ribadito come l’ancora spezzata testimoniasse le grosse difficoltà in cui si trovava la nave, nonché la volontà di privare a stabilizzarsi sul suo suolo. Tutta la documentazione emersa da questa situazione, è stata poi trasmessa a Barbara Davidde della Soprintendenza Nazionale per il patrimonio culturale subacqueo.
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