Tra fiordi e vichinghi

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Norvegia

C’è una sola stagione per visitare la Norvegia: l’estate. In inverno, a parte il freddo, si finisce perennemente immersi nel buio della notte nordica, con il sole che non compare proprio per settimane, mentre tutto il paesaggio si presentata ammantato di neve, delizia per i soli sciatori nella terra che ha inventato gli sci. In estate invece la temperatura si presenta gradevole, le giornate appaiono infinite perché il sole non tramonta mai (il famoso fenomeno del sole a mezzanotte) e la natura offre il meglio di sé. Ubicata sul lato occidentale della penisola scandinava la Norvegia, poco più grande dell’Italia ma con meno di 5 milioni di abitanti alti, biondi, con gli occhi azzurri e la pelle candida e una delle più basse densità europee (14), si presenta come una striscia di terra lunga 1.750 km e larga tra un massimo di 430 km a sud ad un minimo di soli 6,5 a nord, stretta tra le impervie pareti delle Alpi scandinave (alte poco più di 2.000 m) che condivide per 1.619 km con la confinante Svezia e il mare, il Mare del Nord a sud, l’oceano Atlantico al centro e il Mar Glaciale Artico a nord. Le coste, alte e rocciose, raggiungono uno sviluppo record di 21 mila km, mentre al largo sorgono ben 150 mila isole, tra grandi e piccole: inevitabile la vocazione marinara dei suoi abitanti, il possesso della maggior flotta mercantile continentale e la pesca come risorsa storica primaria. Un terzo del territorio, con un’altezza media di 300 m, si sviluppa oltre il Circolo Polare Artico, facendone la nazione più settentrionale europea e Capo Nord il punto estremo continentale; ma l’arcipelago norvegese delle Svalbard, la terra più settentrionale abitata dall’uomo, si trova mille km oltre e ad altrettanta distanza dal Polo. La principale caratteristica morfologica del paesaggio, tale da farne un unicum a livello mondiale, è costituita dai fiordi, enormi valli di erosione glaciale in parte invase dal mare: il più lungo si addentra per 184 km con una profondità di 1.220 m. Sempre di origine glaciale sono poi i 200 mila laghetti disseminati un po’ ovunque, il più esteso superiore al nostro Maggiore e con una profondità record di 500 m; in compenso i fiumi sono brevi e impetuosi, con parecchie cascate, ma annovera il maggior ghiacciaio del continente. Un quarto del territorio si presenta coperto da boschi, di conifere in basso e di betulle in alto, e solo il 6 % risulta protetto: ma per le sue caratteristiche ambientali tutto il paese sembra protetto; elevata la coscienza ambientale: da decenni le auto pagano un ticket per entrare nelle città e Oslo è la capitale più verde d’Europa. La sua storia comincia con i Vichinghi, abili navigatori e feroci razziatori, che tra l’ 800 e il 1000 arrivarono con le loro veloci imbarcazioni a scoprire Islanda, Groenlandia e Canada. Da fine 1300, e fino al 1814, furono assoggettati al dominio danese, per poi passare a quello svedese: l’indipendenza arrivò soltanto nel 1905. Con solo il 3 % del territorio coltivabile, fino a quella data i norvegesi erano considerati il popolo più povero d’Europa, legato per la sopravvivenza a pesca ed allevamento; oggi, grazie alle risorse naturali (petrolio e gas nel Mare del Nord e energia idroelettrica) ed ad una oculata amministrazione possiedono uno dei più elevati tenori di vita del mondo, con un welfare da fare invidia. Per molti mesi invernali in Norvegia fa buio anche di giorno, ma i norvegesi hanno imparato a vederci benissimo.

Molti di quanti visitano la Norvegia lo fanno con un intento dichiarato: arrivare a Capo Nord. Di certo i primati hanno sempre un fascino, ma a volte anche un prezzo alto e un risultato deludente. Per raggiungere il punto più settentrionale d’Europa il percorso risulta lungo e faticoso, pur se affascinante, ma alla meta c’è proprio poco da vedere: uno sperone roccioso, brullo e turistizzato, che precipita per 300 m nel Mar Glaciale Artico. Il meglio del paese, con la sua natura portentosa e intonsa, lo si può ammirare molto più a sud. Oslo, fondata nel 1000 e capitale dal 1300, si presenta come una città dal fascino discreto, più ricca di parchi che di monumenti, distribuita attorno al suo grande porto al termine di un fiordo lungo 100 km; tra i tanti musei da non perdere quello delle navi vichinghe, con tre esemplari antecedenti il Mille. Lillehamer, sede delle Olimpiadi invernali nel 1994, è un po’ la Cortina scandinava legata agli sport sciatori; ma da vedere c’è anche un parco con 150 edifici tradizionali rurali a partire dal 1200. Alesund è uno dei maggiori porti pescherecci, ricostruito dopo l’incendio del 1904 in stile liberty. Il Geirangerfjord, ai piedi di numerosi piccoli ghiacciai, rappresenta il fiordo più importante, tanto da essere protetto dall’Unesco come patrimonio dell’umanità, così come il vicino Sognefjord, lungo 150 km a profondo 1255 m; da visitare rigorosamente a bordo del postale dei fiordi. Bergen, la capitale dei fiordi, seconda città e importante porto mercantile fu per due secoli la base norvegese della Lega Anseatica e conserva nell’architettura e nella cultura tracce germaniche; l’antico quartiere anseatico, interamente costruito in legno con case dai colori vivaci, è protetto dall’Unesco

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