Raccontare Tokyo in poche righe è impresa durissima ma può aiutarci a mettere a fuoco un percorso che sia fuori dall’ordinario. Ecco come vivere 10 giorni a Tokyo senza cedere agli stereotipi sulle persone e sulla città ma anche abbordandone senza pregiudizi i significati, che sono pregni di contenuto autoctono. Ecco allora una tappa al giorno… che toglie lo stereotipo di torno.
Ginza
Cominciate da qui. Questo quartiere, travolto da insegne luminose high tech e coloratissime su costosi edifici design, vanta le firme d’alta moda più note al mondo (ovvi i numerosi ristoranti italiani, non economici!). Non snobbate nulla di tutto questo: se non altro rimarrete esterrefatti per le dimensioni dei palazzi, la loro spettacolare illuminazione e quel frastuono che non aggredisce i timpani perché è vitale (e ben racconta Tokyo, al suo primo abbocco).
Shimo Kitazawa
Siccome sarete rimasti delusissimi dal non poter nemmeno sognare il più miserrimo degli acquisti a Ginza, prendete la metro e andate a Shimo Kitazawa. L’atmosfera cambia completamente e in un intreccio allegro di luci tra bar radical chic, negozietti di giovani stilisti underground, abiti usati, designer d’avanguardia, osterie in stile europeo (ma rivisitate alla nipponica), gente finalmente libera da ogni rituale che reinterpreta l’occidente in modo intelligente, raffinato, ironico, a volte in modo pop a volte kitsch, aggiungendo in eleganza, eccentricità, idee, stile, progettualità. Questi sono i giovani della prossima generazione locale (qui vi verrà voglia di trasferirvi a Tokyo).
Yoyogj
Meglio se avete una domenica, ma in ogni caso godetevi il palcoscenico naturale del parco di Yoyogi dove artisti di ogni tipo, dilettanti e professionisti, fanno le prove (e che prove!). Partite dal ponte che lo collega a Omotesando (strada che percorrerete per vedere altre vetrine di stilisti internazionali come quella di Prada – un enorme palazzo di vetro, chicca dell’architettura internazionale – e come il negozio Sou Sou, specializzato in scarpe design su modello nipponico tradizionale, ossia con alluce e resto del piede diviso) e scendete all’incrocio tra Meiji Dori e Omotesando: è in queste strade che troverete le cosplay-zoku di Harajuku, ragazze, ragazzi e gruppi misti travestiti in modo appariscente per richiamare gli amatissimi personaggi manga o le note “anime”.
Tsukiji
Tappa d’obbligo (fidatevi, capirete i perché) è il mercato del pesce di Tsukiji: andateci e basta, meglio se all’ora di pranzo (ma non oltre le 13 perchè inizia tutto a chiudere).
Golden Gai
La sera andate sparati a Golden Gai (e non vi scoraggiate se ci mettete un po’ a trovare questi vicoli così stretti da accogliere al massimo due persone per volta): il dedalo di stradine di locali minuscoli capaci di contenere 2-3 persone per volta (per questo la fila fuori) non vi deluderà (e non temete, nonostante la vista possa richiamare atmosfere noir, tutto è tranquillo per tutti a qualunque ora).
Shinjuku Park
I più azzardati (e anche le più azzardate) possono andare a curiosare nel quartiere gay: la zona è subito sopra Shinjuku Park (abbastanza vicina a Golden Gai), non ha nulla di sordido ma è decisamente atipica rispetto al resto della megalopoli, così educata e formale.
Mori Tower
Per chi ama l’arte contemporanea, suggeriamo l’ultima novità, alla Mori Tower. In questo altissimo grattacielo voluto dal miliardario Minoru Mori potrete vedere, al 53° piano, mostre temporanee degli artisti internazionali ultima generazione e godervi il caffè-ristorante dove si mangia mediocre e costosa cucina internazionale ma con una strepitosa vista su Tokyo.
Senso-Ji
Almeno un tempio vi tocca. Noi suggeriamo il più noto, il Senso-JI, tutt’oggi luogo di culto della comunità locale: vi permetterà un bagno nella religione locale (quella viva, non quella che si studia sui libri di Storia), sarà occasione di shopping tutto intorno (anche se turistica, la zona è molto divertente da esplorare) e, per i più audaci, di un Onsen tradizionale (noi consigliamo Jakotsu-yu: cercatelo, chiedete, perché è nascosto in un vicoletto. Troverete acque scure dense di minerali, pulizia come sempre, e nessun turista).
Nishinaka
Non perdetevi un Monjia a Nishinaka (cercate questa strada finché non la trovate, è subito dopo il ponte del mercato del pesce): entrate in uno degli innumerevoli poco costosi ristoranti sulla stradina allegra e popolata (osservate però che abbiano la griglia incastonata dentro ai tavoli) e sedetevi fiduciosi: si mangia a vostra scelta un mix tra ortaggi, carni, pesci, risi e noodles che vi potete cucinare da soli con le differenti salse (divertentissimo).
Shibuja Crossing
Shibuja Crossing vale la pena per osservare la quantità di gente che popola Tokyo e come essa convive sapientemente, perfino quando deve incrociarsi tra i tanti semafori. E’ il punto di incontro di tutto, per tutti, per esempio per i fanatici del Pachinko: anche i più restii ai videogiochi verranno catturati, se non altro per diventare ritratti manga in una delle innumerevoli macchinette fotografiche computerizzate istantanee.
Matsumori e Ippudo
Noi suggeriamo lo chiccoso (50 euro a cena a testa compreso il sakè) Matsumori (6-8-1 Shinbashi, Minato-ku, 03-6809-1234) che offre mini porzioni scolpite a vista da un cuoco incravattato, oppure, per chi ama la tavola sociale e l’ambiente friendly e informale Ippudo, per mangiare il miglior Ramen della città.
Fonte: Ansa