Torna a crescere il turismo in Italia. Almeno nelle indicazioni e nelle previsioni degli operatori. Il 2011 è iniziato con segnali incoraggianti e si prospetta l’anno della ripresa, dopo la sostanziale tenuta del 2010. Archiviati i primi tre mesi, tradizionalmente appannaggio di settimane bianche e montagna, si apre la primavera con le città d’arte e le località balneari pronte ad accogliere un flusso di turisti che si annuncia in aumento. A confortare ci sono le rilevazioni di queste settimane, quelle relative alle intenzioni di viaggio per il primo quadrimestre e alle stime dei tour operator internazionali per l’intero anno. Secondo i dati Isnart-Unioncamere, è cresciuta del 14,1% la quota che ha viaggiato o viaggerà, in Italia e all’estero, entro la fine di aprile. Le intenzioni per il primo quadrimestre, infatti, indicano un incremento sostanziale, passando dai 5,6 milioni del 2010 ai 6,4 milioni nel 2011. Per contro, però, diminuisce in misura maggiore (-31,1%) il popolo degli indecisi, che scende dai 9,3 milioni dei probabili vacanzieri del 2010 a 6,4 milioni.
Le vacanze di Pasqua degli Italiani
Considerando i certi e i probabili vacanzieri dei primi 4 mesi del 2011 (circa un quarto della popolazione), le destinazioni previste sono prevalentemente italiane (57,6%). Il 25,9% si è recato o si recherà all’estero, e il 6,6% sia in Italia che all’estero, mentre il 9,9% non ha ancora deciso la destinazione. Il mese privilegiato resta aprile: il 24,9% viaggerà durante la Pasqua e il 21,9% sempre in aprile ma fuori le festività.
Nel primo trimestre, comunque, quello su cui incidono le vacanze in montagna, è stato effettuato il 53,2% delle vacanze previste. In Italia, infatti, oltre alle destinazioni culturali e di città (31,8%) gli italiani hanno scelto le mete montane (27,3%) e, con l’arrivo della primavera, anche le destinazioni balneari (20,4%). All’estero, però, restano le destinazioni metropolitane e culturali le mete prevalenti (56,8%), seguite dai mari esotici (27,7%).
Le destinazioni più gettonate in Italia sono quelle in Toscana (13,2% delle vacanze in Italia), in Trentino Alto Adige (10,3%), Lombardia (9,4%), Lazio (8,3%) e Veneto (7,6%). All’estero prevalgono i soggiorni europei (71,8% del totale), in particolare in località della Spagna, della Francia e del Regno Unito, che beneficiano anche di una vasta gamma di voli lowcost. Tra le destinazioni extra Ue, il 13,2% ha viaggiato o viaggerà in Africa, il 5,7% verso gli Stati Uniti e il 5,4% in Asia.
Stranieri in vacanza in Italia
Quanto ai flussi dall’estero, il recupero definitivo del turismo internazionale organizzato verso le destinazioni italiane potrà dirsi compiuto entro la fine dell’anno. Per il 2011, il saldo previsto indica una crescita della domanda verso l’Italia pari al +13,3%. Nell’ordine, gli incrementi previsti: +14,3% per i tour operator statunitensi, +11,6% per quelli indiani, +10% per i giapponesi, +9,1% per gli australiani, +7,9% per i coreani e, in coda alle previsioni positive, +7,7% per i tour operator europei.
La ripresa può arrivare dopo un anno di sostanziale tenuta. Per il turismo italiano il 2010, come emerge anche dai dati che il sistema camerale fornisce all’Osservatorio Nazionale sul Turismo, è stato un anno che ha consolidato profondi cambiamenti, sia strutturali, in termini di offerta, che nei comportamenti turistici. Il nostro sistema turistico di offerta, che conta nella sola componente primaria 383.549 imprese tra quelle ristorative e ricettive (pari a oltre il 6% del totale delle imprese in Italia), si conferma un comparto vivo, con un saldo di crescita del +3,5% di imprese rispetto al 2009, ovvero oltre 13 mila unità in valori assoluti.
Il comparto ricettivo è riuscito a contenere gli effetti della crisi e a chiudere il 2010 con un -2,1% di camere vendute tra gennaio e dicembre (meglio il comparto alberghiero con un calo contenuto del -1,5% nell’occupazione camere).
Le seconde case
I dati ufficiali del turismo, evidenzia però Unioncamere, non rendono conto di un mercato importante come quello delle seconde case che si stima possa portare il numero delle presenze in Italia ad arrivare a oltre 815,7 milioni di presenze totali. La contribuzione al pil in Italia del settore turistico, ritenuta in media intorno all’11%, rimane, ad avviso di Unioncamere, una stima in difetto a causa della trasversalità del turismo e della sua influenza sugli altri settori: commercio, agricoltura, industria, servizi. E, qualora il dato venga poi letto su territori a spiccata vocazione turistica, appare evidente l’essenzialità di questo comparto.