Ci sono storie assurde, capaci di toccare la sensibilità di chiunque, storie di vita che ci lasciano con l’amaro in bocca e che ci fanno pensare davvero. La donna che vive da sola in mezzo al nulla è una di queste storie dal retrogusto amaro, una storia di umanità e di coraggio ed allo stesso tempo una brutta pagina di un’Italia spesso assurda e controversa.
Liliana Bianco è la donna che vive da sola in un paese fantasma. Uno di quei paesi in grado di rappresentare la parte peggiore della nostra penisola. Una storia davvero assurda che, però, ha nella signora Bianco la sua parte umana, la sua parte nobile. Quella di Liliana è una storia di coraggio, di forza, di resilienza.
La donna che vive da sola in un paese fantasma, ecco perché
E’ un ex insegnate Liliana, una di quelle donne di un tempo, una guerriera. Una donna forte che non si è arresa dinanzi alle avversità non si è adeguata portando avanti i propri principi e le proprie convinzioni.
Ci troviamo a Cavallerizzo, una piccola frazione del Comune di Cerzeto, in provincia di Cosenza. Cavallerizzo, in Calabria, nel Sud Italia, ha una brutta storia da raccontare, una di quelle tragedie che vediamo alla tv e per le quali ci commuoviamo. E’ il 7 marzo del 2005 quando tutto finisce o, forse, meglio quando tutto ha inizio. Il Comune è costruito su una collina, una di quelle con il terreno instabile argilloso.
Una pioggia dopo l’altra, un anno dopo l’altro e la terra diventa sempre più instabile. Le piogge del 2005 nella regione furono veramente copiose, la zona era in stato di allerta fino a quando, il 7 marzo, dopo un’autentica alluvione, alcuni ammassi di questo terreno instabile vengono giù, durante il tragitto staccano altri ammassi e portano con loro tutto quanto incontrano davanti al proprio cammino.
La frana si conclude abbattendosi su Cavallerizzo, il paesino viene quasi inghiottito, il centro storico, addirittura, sprofonda sotto la forza incessante della frana. E’ una tragedia, le campane suonano, la Protezione Civile è allertata i soccorsi si mobilitano. La piccola frazione in provincia di Cosenza viene, così, subito sgombrata. La situazione di emergenza viene affrontata e superata. La soluzione, però, è di quelle drammatiche: Cavallerizzo deve scomparire.
Lo Stato, pensa così di costruire subito una nuova città, in pratica Cavallerizzo si trasferisce dalla collina in pianura. Liliana Bianco, però, l’insegnante del paese non si arrende, non ci sta, inizia la sua battaglia solitaria a difesa di quello che reputa ancora il proprio paese. La donna dal giorno della frana non ha mai voluto abbandonare il suo appartamento ed il suo paesino.
Una storia di forza e di coraggio
“Cavallerizzo Vive” è lo slogan della battaglia di una donna coraggiosa con tanta forza. Non aveva tutti i tori Liliana, la nuova Cavallerizzo, infatti, si farà ma sarà una di quelle brutte storie italiane. In Calabria una nuova città, un paese costruito interamente in modo abusivo, a commettere quell’abuso, però, stavolta è lo Stato. La nuova città è stata costruita senza la valutazione di impatto ambientale e questa la rende abusiva.
Liliana Bianco, intanto, in quel paesino fantasma dove la sera, al calare del sole, non ci sono luci che si accendono, resta nel suo appartamento è anziana, oggi, la signora ma la sua lotta è più viva che mai. Con lei i suoi fidi animali: qualche gatto ed un cane bianco, un pastore abruzzese. Tanta malinconia, tanta solitudine interrotta da qualche buon amico che ancora le porta la spesa e scambia qualche parola con lei, per Liliana, però, nessuna nostalgia, nessun pentimento convinta delle proprie ragioni e della sua lotta.
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